Un giudice fa sognare Trump
Una Corte della California blocca l’ordine del presidente, che avrebbe espulso 800mila ‘Dreamer’ Fermato il provvedimento che annullava la protezione degli immigrati irregolari entrati da bambini negli Usa dove sono poi cresciuti
New York – I Dreamer possono continuare a sognare, almeno per un po’. Un giudice federale della California ha infatti bloccato l’ordine esecutivo di Donald Trump che sospendeva il programma di protezione dei cosiddetti ‘Dreamer’, i circa 800mila immigrati irregolari, entrati negli Stati Uniti quando erano minorenni, protetti sinora da una legge voluta da Barack Obama. Il provvedimento di Trump comportava la loro espulsione. Ma, ancora una volta, una Corte federale si è messa di traverso, accogliendo le istanze delle associazioni per i diritti civili. L’ira del presidente, impegnato in questi giorni nella ricerca di un accordo bipartisan proprio sull’immigrazione, non si è fatta attendere. Prima la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha definito “scandalosa” la decisione del magistrato. Poi lo stesso Trump su Twitter si è scagliato contro un sistema giudiziario “malfunzionante e iniquo”. Il giudice William Aslup della Corte distrettuale di San Francisco ha scritto nell’ordinanza che il Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), la cui estinzione è prevista il prossimo 5 marzo, va invece mantenuto su scala nazionale. E ha motivato la propria decisione definendo “inappropriata” quella dell’amministrazione e contestandone la tesi che il programma sia un abuso di potere ai danni del congresso da parte di Obama. Nel suo provvedimento, il giudice ha anche citato alcuni tweet in cui Trump stesso esprime sostegno ai Dreamer, rafforzando così l’idea che mantenere il programma di protezione sia nell’interesse comune. Il Dipartimento per la giustizia ha comunque sottolineato che la posizione dell’amministrazione non cambia. Anche se imboccare la strada del ricorso significherebbe quasi certamente ritrovarsi davanti alla Corte Suprema con uno slittamento dei tempi difficile da prevedere. La Casa Bianca potrebbe quindi optare per un’accelerazione della trattativa per un accordo bipartisan e complessivo sull’immigrazione. All’alba di ieri è poi scattata un’ondata di raid anti-immigrazione in centinaia di esercizi commerciali, che hanno portato all’arresto di decine di persone accusate di vivere illegalmente negli Usa. Il tutto in una situazione di caos alla Casa Bianca dove prosegue la “grande fuga” e altri membri dello staff sarebbero pronti ad andarsene. A partire dal consigliere per la sicurezza nazionale H.R. McMaster, in disaccordo con Trump su diverse questioni, dall’Afghanistan all’Iran. Verso l’addio anche il capo dell’ufficio legale Don McGahn, potenziale testimone nelle indagini del Russiagate.