Il Decs ‘ha l’obbligo d’intervento’
Inchiesta amministrativa sul docente del Liceo: Berger (Divisione scuola) spiega qual è l’iter da seguire Mentre molti allievi difendono l’insegnante, il dipartimento ricorda il proprio dovere di approfondimento e verifica
«Di fronte a una o più segnalazioni riguardanti un eventuale comportamento sconveniente tenuto in classe da un insegnante, il dipartimento ha il dovere di approfondire quanto realmente accaduto e di adottare eventuali provvedimenti. Non verificare significherebbe assumere un atteggiamento istituzionalmente inaccettabile e non etico». Confrontato sia con la reazione avuta da un buon numero di allievi del Liceo di Bellinzona attivatisi in difesa di un insegnante sottoposto a inchiesta amministrativa (vedi ‘laRegione’ di ieri a pagina 9), sia con i molti commenti di lettori lasciati sui portali d’informazione a seguito di questa vicenda, il direttore della Divisione cantonale della scuola, Emanuele Berger, tiene a precisare quanto il Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) deve fare quando si confronta con situazioni simili. Sul caso specifico, premette, non può fornire spiegazioni per una questione di privacy, almeno fino a quando vi sarà una decisione; ad ogni modo non si registrano querele penali. Sul piano generale, tuttavia, la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti (Lord, articolo 32) sancisce sia l’avvio di verifiche laddove venga segnalato il comportamento inadeguato di un collaboratore o funzionario, sia la possibilità di optare per cinque livelli di provvedimenti, di cui quattro sanzionatori: dall’ammonimento (magari ripetuto in presenza di situazioni reiterate non gravi) alla multa fino a 3’000 franchi, dalla riduzione dello stipendio alla sospensione con privazione parziale o totale del salario, fino al licen- ziamento nei casi più estremi. «In ambi- to scolastico – spiega Berger – solo l’ammonimento è di competenza della direzione scolastica. E deve comunque essere preceduto da un’inchiesta eseguita dalla direzione medesima. In caso di situazioni più gravi la doppia competenza passa al capodivisione e al Consiglio di Stato e, se la rilevanza è penale, al Ministero pubblico». Può tuttavia anche accadere che la direzione concluda per rinviare al mittente le critiche, come successo lo scorso autunno al Liceo di Mendrisio, dove un certo numero d’insegnanti veniva accusato da due genitori di avere atteggiamenti poco motivanti e di fastidio nello stare a contatto con gli allievi, finendo per smorzarne l’entusiasmo. Di fronte alla risposta della direzione, i genitori hanno reso pubblica la situazione innescando critiche su più fronti, compreso quello secondo cui il Decs non sarebbe intervenuto adeguatamente verso il corpo insegnante. Ora invece, tornando al Liceo di Bellinzona, l’opinione è in gran parte inversa e punta il dito contro un eccessivo interventismo del Decs.
Migliorare il protocollo e codice etico in arrivo
Berger sottolinea anche l’impegno del Decs a evitare che situazioni inadeguate si trascinino a lungo; idem per le verifiche, che devono considerare sia gli atteggiamenti sconvenienti di ‘molestia morale’
(una vasta gamma fra denigrare, generalizzare, umiliare e fare battute a sfondo sessuale), sia le opinioni positive nei confronti del docente additato. Quanto al protocollo che regola l’iter di verifica, Berger ricorda che il Decs intende affinarlo per elevare ulteriormente la qualità degli accertamenti e ridurre i
tempi necessari. Un altro punto cui il dipartimento sta dedicando un’attenzione particolare tramite un gruppo di lavoro che coinvolge le associazioni magistrali, concerne l’aspetto deontologico e, nello specifico, la sensibilizzazione dei docenti sulle ‘molestie morali’. Il tutto sfocerà nella redazione di un codice etico.