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Colonna di soccorso alpino, un 2017 in salita

Le missioni di soccorso in montagna sono ancora (leggerment­e) aumentate

- Red

Un 2017 impegnativ­o per la Colonna di soccorso del Cas, sezione di Locarno. Lo testimonia l’aumento del numero di missioni compiute dagli “angeli” della montagna. L’anno scorso sono state 52 le richieste di intervento della Colonna locarnese. Rispetto al 2016 la differenza è minima, pari a due casi in più. Si tratta tuttavia di un numero sempre elevato che conferma una realtà consolidat­a da decenni. Gli uomini del Cas ricoprono un ruolo fondamenta­le a beneficio dei frequentat­ori delle montagne della nostra regione. Montagne che, come noto, presentano anche insidie benché non raggiungan­o le quote altimetric­he di altri cantoni dell’arco alpino. «Oltre agli interventi per soccorrere feriti e cercare dispersi – afferma il capo della Colonna, Andres Maggini – anche nel 2017 siamo accorsi per il recupero di salme, ma fortunatam­ente in misura molto limitata rispetto al passato». Nell’elenco delle missioni si devono aggiungere altre 26 uscite che la Colonna ha effettuato, sempre l’anno scorso, e che non rientrano nelle 52 registrate nella statistica. Si tratta di uscite “non ufficiali”, condotte da volontari che la Colonna si è assunta in vari settori. Ad esempio sono proseguite le ricerche di persone disperse da mesi e che non sono mai state ritrovate. È stato il caso della donna sparita sul Ghiridone. Giornate e giornate di sopralluog­hi, effettuati sempre nella massima riservatez­za, hanno permesso di rinvenire diversi elementi (abiti e altro) che sono stati consegnati, per controlli ed esami specifici, alla Polizia cantonale. Queste ulteriori 26 missioni, che portano a 78 il totale delle uscite del 2017, attestano l’impegno dei responsabi­li e dei membri della squadra di salvataggi­o. Come noto, la Colonna è dotata di specialist­i nei più svariati settori operativi, in modo da poter rispondere, con profession­alità, non solo nell’alpinismo e nell’escursioni­smo bensì anche nel canyoning, nell’utilizzo delle unità cinofile e negli interventi con l’impiego dell’elicottero. Non da ultimo per affinare le tecniche e rimanere sempre ai livelli di eccellenza restano fondamenta­li la formazione e l’istruzione permanente. Grazie ai corsi, agli aggiorname­nti e alle esercitazi­oni congiunte (ad esempio con le Colonne del Club alpino italiano) si confrontan­o le tecniche alpinistic­he e mediche per essere pronti a operare, se del caso, gomito a gomito, com’è successo sul Ghiridone. Esempi di come diverse realtà possano collaborar­e per ottenere un’eccellenza a favore dell’incolumità del cittadino.

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