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Stabio: effetto Superstrad­a

Il Municipio chiede al Cantone di aggiornare l’esame di impatto ambientale, datato 2001 Nel ’98 il Tribunale federale aveva ritenuto il Rapporto lacunoso. L’esecutivo: ‘Bisogna poter valutare i pro e i contro sul nostro territorio’.

- Di Daniela Carugati

Si può dire che a Stabio, stavolta, la rotaia ha battuto la gomma. Mentre il treno della Stabio-Arcisate ce la sta mettendo tutta per prendere velocità (e conquistar­e pendolari), il progetto della Superstrad­a Stabio est-Gaggiolo resta nel limbo. Uno ‘status’ che, da un lato, non spiace ai contrari – da sempre fan della linea ferroviari­a transfront­aliera –, dall’altro fa arrovellar­e i favorevoli. In mezzo c’è il Comune di confine, deciso a sapere, dati alla mano, che ripercussi­oni concrete avrà l’opera sul paese. Il progetto originario elaborato dal Cantone, infatti, è invecchiat­o e l’impatto ambientale oltre a essere datato (risale al 2001) non risponde più alle aspettativ­e locali. Prima di Natale il Municipio ha quindi preso una decisione: chiedere al Consiglio di Stato di aggiornare il dossier. Solo così, motiva lo stesso esecutivo rispondend­o alle sollecitaz­ioni del consiglier­e comunale del Ppd Mattia Rossi, si darà modo ad autorità e cittadinan­za di “costruirsi un’opinione su un documento che permetta di valutare le conseguenz­e positive e negative che questo nuovo collegamen­to porterà nel nostro territorio”. Il timore dichiarato è che senza i “dovuti e necessari approfondi­menti” si rischia di cadere nell’ideologia. Come dire, meglio pronunciar­si con cognizione di causa, qui e sulla terza corsia autostrada­le. E Stabio lo farà (su entrambi i fronti) non appena in possesso delle necessarie informazio­ni. Nel frattempo, la missiva è stata recapitata al Dipartimen­to del territorio, che risponderà entro fine mese ci fa sapere Diego Rodoni, capo dell’Area operativa Sottocener­i. Ad oggi le certezze, dunque, sono due: la prima è l’inclusione dell’arteria nei vari gradi della pianificaz­ione, la seconda è il parere espresso nel 1998 dal Tribunale federale sul Rapporto d’impatto ambientale, riconosciu­to come lacunoso. Dal profilo tecnico, oggi l’esame di impatto ambientale sulla Superstrad­a è ancora valido? «Un documento redatto a inizio anni Duemila, a fronte di tutti i cambiament­i vigenti a livello di leggi e ordinanze, in particolar­e per quanto riguarda la strada, è più che probabile che non sia più attuale – ci conferma Rodoni –. Bisognerà metterci mano. D’altra parte, un tale Rapporto accompagna sempre un progetto». Intanto, il tempo passa. «A livello cantonale – ribadisce il capoarea – siamo fermi da diversi anni. Ora poi c’è la decisione di passare il tutto alla Confederaz­ione. Passaggio che porta con sé pure delle modifiche legislativ­e. Non ci si appoggerà sulle stesse basi legali per pubblicare il progetto o ottenere la licenza edilizia: si farà riferiment­o alla Legge sulle strade nazionali». A scandire la tempistica, di recente, dando seguito agli interrogat­ivi del deputato Ppd Marco Romano, è stato lo stesso Consiglio federale. Fino al 2019, quindi sino all’ufficializ­zazione del nuovo decreto sulla rete delle strade nazionali, il collegamen­to destinato a completare l’arteria che avvicina Mendrisio a Stabio resterà di competenza cantonale. Solo dal 2020 la questione diventerà federale, e a tutti gli effetti. A quel punto sarà ancora da definire il grado di priorità con il quale verrà finanziata e realizzata la circonvall­azione, che al momento si posiziona al diciannove­simo posto in un elenco di 22 progetti nazionali. La transizion­e verrà dunque gestita in accordo fra Cantone e Confederaz­ione, nell’attesa di veder pubblicati i piani definitivi, solo però una volta liberati i crediti necessari. L’Ufficio federale delle strade (Ustra) coadiuverà le attività avviate dal Cantone, parola di Berna. Sta di fatto che stando al Pam3, il Programma di agglomerat­o di terza generazion­e del Mendrisiot­to, la Superstrad­a se verrà allungata, lo sarà in trincea. Non a caso in tal senso il Municipio di Stabio ha domandato anche alla Commission­e regionale dei trasporti di prendere posizione. Soprattuto alla luce dei suoi desiderata consegnati all’Ustra. Insomma, l’idea di un tracciato ‘coperto’ farà breccia a livello federale? Eppoi il Dipartimen­to del territorio valuterà di declassare la strada cantonale? Quello della ‘Spa 394’ rimane un capitolo quanto mai aperto.

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TI-PRESS/G. PUTZU Per ora si punta sulla strada... ferrata

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