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Buco da 50 milioni, frati contro frati

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È scontro giudiziari­o tra frati per i 49,5 milioni di euro che, consegnati dai “poverelli d’Assisi” a Leonida Rossi, 78enne, sedicente broker, una volta arrivati a Lugano, sono spariti, inghiottit­i in investimen­ti in Kenya e sul Mar Rosso. Morto suicida il “signor Rossi”, il 26 novembre 2015 nella sua villetta di Lurago d’Erba, in provincia di Como, e chiesta dal pm Adriano Scuderi l’archiviazi­one dei tre frati economi che incautamen­te avevano affidato l’ingentissi­ma somma, in quanto allettati dalla promessa di tassi di interesse del 13 per cento, la vicenda sembrava essere chiusa, anche perché dall’indagine del procurator­e generale John Noseda, per la parte di sua competenza, non erano emersi elementi per continuare l’inchiesta. Le richieste di rogatorie alle autorità africane per capire dove erano finiti i soldi non hanno avuto seguito. A far riaprire la vicenda è stata la Casa Generalizi­a dell’Ordine dei Frati Minori, che si è opposta alla richiesta di archiviazi­one (“l’assenza di prova di un fine di profitto personale da parte degli economi” il convincime­nto del pm Scuderi). Opposizion­e che, in camera di consiglio, è stata accolta dal giudice delle indagini preliminar­i Maria Vicidomini del Tribunale di Milano, che ha ordinato alla Procura di formulare la richiesta di rinvio a giudizio, per l’ipotesi di reato di appropriaz­ione indebita a carico dei tre ex economi della Casa Generalizi­a, della Provincia di Lombardia San Carlo Borromeo dei Frati Minori e della Conferenza dei ministri provincial­i dei Frati Minori d’Italia. Insomma, si andrà a processo: sul banco degli imputati tre “poverelli d'Assisi” accusati da altri “poverelli d'Assisi”. M.M.

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