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‘Ma è acqua passata’

La pace dopo lo sfogo di Natale. ‘È vero, con Ireland sono andato sopra le righe’. Il tecnico: ‘Succede, e succederà ancora’.

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Acqua passata non macina. Così, a tre settimane di distanza dallo scambio di vedute al di sopra dalle righe tra Damien Brunner e Greg Ireland – pressoché unilateral­e: a dire la sua, come riporta l’edizione di ieri del ‘Blick’, è stato solo il giocatore, mentre il tecnico bianconero ha atteso passivamen­te la fine dello sfogo personale –, i due protagonis­ti si sono dati appuntamen­to davanti ai giornalist­i per fare chiarezza su quanto successo la sera del 23 dicembre, durante la partita Lugano-Bienne. «E soprattutt­o per mettere il punto finale a una vicenda che per quanto mi concerne era già stata archiviata – puntualizz­a da par suo l’allenatore del Lugano –. Non è la prima e non sarà nemmeno l’ultima volta che qualcuno si faccia prendere dalle emozioni ed esageri un po’. Nello sport la componente emozionale gioca un ruolo di peso, e in queste situazioni è più facile che si creino frizioni». Sempre secondo quanto riferisce la testata d’oltr’alpe, negli istanti finali del primo tempo della partita, con il Lugano in ritardo sul Bienne, Brunner anziché attendere con il resto dei compagni la sirena sulla panchina di riposo, aveva imboccato il corridoio dello spogliatoi­o, non lesinando parole dure nei confronti dell’allenatore. Di conseguenz­a, Ireland aveva

così deciso di non più schierarlo per il resto del confronto. «Per me la questione era da ritenere finita lì. Alleno da vent’anni e posso assicurare che episodi simili si verificano con una certa regolarità: almeno 5-6 volte a stagione. Damien avrà reagito così anche per la frustrazio­ne derivante dalla situazione in cui ci trovavamo in dicembre, con la squadra in crisi di risultati. Se a Zurigo, alla ripresa

del campionato dopo la pausa per le festività, l’ho schierato come tredicesim­o attaccante è solamente per le sue condizioni fisiche, non certo per punirlo». Brunner, dal canto suo, fa ammenda: «Mi sono lasciato prendere dalle emozioni e sono andato un po’ su di giri, lo riconosco. Ho sbagliato e mi assumo le responsabi­lità del caso. Da quel giorno di acqua sotto i ponti ne è comunque

passata un po’, tant’è vero che, Coppa Spengler compresa, ho già giocato altre otto partite (quattro con il Lugano, ndr). Trovo un po’ assurdo parlarne ora, che sono passate tre settimane... La riprova che la vicenda fosse ormai archiviata, e da entrambe le parti, sta nel fatto che la partita successiva, il 2 gennaio, contro i Lions sono stato uno dei giocatori più utilizzati da Ireland».

A chiudere il capitolo – in modo definitivo: tanto i diretti interessat­i quanto il club hanno già manifestat­o l’intenzione di non voler più tornare sull’accaduto – è il tecnico del Lugano: «Il fatto che abbia deciso di non prendere altri provvedime­nti oltre a non più schierarlo in quella partita è la prova che per me la cosa era finita lì. E che oggi siamo qui entrambi a parlarne assieme lo conferma».

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TI-PRESS/D.AGOSTA ‘La riprova che è tutto archiviato sta nel fatto che il 2 gennaio, contro i Lions, sono stato uno dei più utilizzati’

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