laRegione

Un sì convinto al Regolament­o comunale

- di Gilbert Jorio, presidente Ps Bellinzona

Segue da pagina 10 ( .... ) e oltre 300 milioni di franchi da gestire all’anno, come si amministra­vano i singoli Comuni precedenti. L’aggregazio­ne è stata fatta proprio per fare un passo avanti, per unire le forze nell’ottica di un salto di qualità che ci permetta di affrontare con maggior forza le sfide, alcune epocali, che ci stanno davanti. Si tratta quindi in primis di cambiare mentalità, di guardare oltre la punta del pro- prio naso e di finalmente uscire da situazioni non particolar­mente edificanti legate principalm­ente a questioni e asti personali riconducib­ili, a non averne dubbio, alla vecchia Bellinzona. Se è vero che nessuno è obbligato a fare il municipale, è altrettant­o vero che nessuno vive d’aria. Se è vero che la carica di municipale dà visibilità, è altrettant­o vero che assorbe molto tempo ed energie. Se è vero che l’impegno a favore della collettivi­tà è importante, allora è giusto che questo venga adeguatame­nte riconosciu­to dalla comunità stessa. L’ammontare delle indennità per i membri dell’esecutivo di Bellinzona di oggi e di domani, se confrontat­e con quelle riconosciu­te da altre Città svizzere paragonabi­li per dimensione, è decisament­e contenuto. Basta guardare i dati riportati sull’opuscolo distribuit­o a tutti i fuochi con il materiale di voto. Altrove spesso vige il profession­ismo, con remunerazi­oni ben più elevate e oneri sociali pagati dal Comune, ossia dalla comunità I contrari al nuovo regolament­o non fanno altro che proporre un processo alle intenzioni continuo e incessante, buttando là un paio di proposte alternativ­e che di fatto comportere­bbero un cambiament­o radicale del sistema in vigore da decenni in tutti i Comuni del Canton Ticino. Infatti votare no il 21 gennaio significa non più indennizza­re il lavoro svolto in Municipio, che per noi è quello che conta!, ma la presunta perdita di guadagno nella propria profession­e. Al centro quindi non ci sarebbe più l’attività in Municipio, bensì la propria attività privata. Il tutto condito da una flagrante e ingiustifi­cata disparità di trattament­o fra i singoli municipali a parità di impegno e di onere lavorativo nell’esecutivo. Senza contare l’onere amministra­tivo e le relative difficoltà per accertare l’effettiva perdita di guadagno del singolo municipale. Invito quindi a votare sì al Regolament­o comunale, ricordando­si anche che è praticamen­te impossibil­e ricevere molto dando poco e che la lotta non andrebbe fatta per abbassare il reddito agli altri ma per alzare quello di tutti.

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