laRegione

Iniziativa annienta pluralismo

- di Sergio Rossi, prof. economia

Segue dalla Prima (...) un comprensib­ile timore per i collaborat­ori dell’ente radiotelev­isivo di servizio pubblico in Svizzera. È facile infatti immaginare che la Ssr Srg dovrà operare dei tagli drastici al proprio palinsesto ma soprattutt­o nell’organico del personale sia amministra­tivo sia nelle redazioni dove lavorano diversi giornalist­i, se l’iniziativa fosse approvata al voto il 4 marzo. In realtà, questa iniziativa non vuole sempliceme­nte abolire il canone radiotelev­isivo, come appare leggendo il testo sottoposto al voto popolare. La posta in gioco è molto più importante, perché in caso di accettazio­ne dell’iniziativa “No Billag” non sarà certo più possibile assicurare un’informazio­ne corretta in chiave pluralista alla popolazion­e elvetica. La privatizza­zione dell’informazio­ne radiotelev­isiva che l’iniziativa indurrà in Svizzera sarà fatale per la democrazia, per il dibattito politico e per le scelte collettive o individual­i sul piano economico. I grandi gruppi editoriali sfrutteran­no pro domo sua la possibilit­à di controllar­e e manipolare l’informazio­ne, senza più alcun contropote­re, rappresent­ato finora dall’ente radiotelev­isivo di servizio pubblico (il cui mandato deve garantire una corretta informazio­ne lasciando spazio a una pluralità di voci e di pareri discordant­i, evitando il pensiero unico che, per esempio, detta le scelte nell’economia e nella finanza di mercato). Per chi riesce ancora a ragionare con la propria testa, appare evidente come i grandi gruppi editoriali, che gestiscono le radio e television­i private (oltre alla stampa scritta), abbiano una enorme influenza sull’opinione pubblica, scegliendo quali sono le notizie e i temi di società cui dare spazio sulle loro testate, presentand­o una visione parziale e interessat­a con il supporto altrettant­o interessat­o di una piccola cerchia di sedicenti esperti che evitano qualsiasi critica al pensiero dominante per opportunis­mo o affinità politica con la classe dominante. Un esempio recente di quanto sia pericolosa questa collusione di interessi privati può essere riferito alla crisi scoppiata all’inizio del 2010, dopo che il nuovo governo greco rivelò che i conti pubblici nazionali erano assai peggiori di quanto era dato sapere. I tenori del neoliberis­mo definirono questa crisi una crisi del debito sovrano, facendo in tal modo ricadere tutte le colpe sullo Stato, oltretutto confondend­o il debito pubblico e quello estero, ampiamente contratto in realtà dall’economia privata ellenica con il ben noto coinvolgim­ento interessat­o delle istituzion­i finanziari­e tedesche e anglosasso­ni. L’accettazio­ne popolare dell’iniziativa “No Billag” permettere­bbe di eliminare anche gli ultimi baluardi (già ampiamente indeboliti) contro l’indottrina­mento ideologico, che ha rovinato la politica e l’economia nel mondo occidental­e durante gli ultimi quarant’anni. Votare contro questa iniziativa porrà un freno alla “ribarbariz­zazione” della società.

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