Iniziativa annienta pluralismo
Segue dalla Prima (...) un comprensibile timore per i collaboratori dell’ente radiotelevisivo di servizio pubblico in Svizzera. È facile infatti immaginare che la Ssr Srg dovrà operare dei tagli drastici al proprio palinsesto ma soprattutto nell’organico del personale sia amministrativo sia nelle redazioni dove lavorano diversi giornalisti, se l’iniziativa fosse approvata al voto il 4 marzo. In realtà, questa iniziativa non vuole semplicemente abolire il canone radiotelevisivo, come appare leggendo il testo sottoposto al voto popolare. La posta in gioco è molto più importante, perché in caso di accettazione dell’iniziativa “No Billag” non sarà certo più possibile assicurare un’informazione corretta in chiave pluralista alla popolazione elvetica. La privatizzazione dell’informazione radiotelevisiva che l’iniziativa indurrà in Svizzera sarà fatale per la democrazia, per il dibattito politico e per le scelte collettive o individuali sul piano economico. I grandi gruppi editoriali sfrutteranno pro domo sua la possibilità di controllare e manipolare l’informazione, senza più alcun contropotere, rappresentato finora dall’ente radiotelevisivo di servizio pubblico (il cui mandato deve garantire una corretta informazione lasciando spazio a una pluralità di voci e di pareri discordanti, evitando il pensiero unico che, per esempio, detta le scelte nell’economia e nella finanza di mercato). Per chi riesce ancora a ragionare con la propria testa, appare evidente come i grandi gruppi editoriali, che gestiscono le radio e televisioni private (oltre alla stampa scritta), abbiano una enorme influenza sull’opinione pubblica, scegliendo quali sono le notizie e i temi di società cui dare spazio sulle loro testate, presentando una visione parziale e interessata con il supporto altrettanto interessato di una piccola cerchia di sedicenti esperti che evitano qualsiasi critica al pensiero dominante per opportunismo o affinità politica con la classe dominante. Un esempio recente di quanto sia pericolosa questa collusione di interessi privati può essere riferito alla crisi scoppiata all’inizio del 2010, dopo che il nuovo governo greco rivelò che i conti pubblici nazionali erano assai peggiori di quanto era dato sapere. I tenori del neoliberismo definirono questa crisi una crisi del debito sovrano, facendo in tal modo ricadere tutte le colpe sullo Stato, oltretutto confondendo il debito pubblico e quello estero, ampiamente contratto in realtà dall’economia privata ellenica con il ben noto coinvolgimento interessato delle istituzioni finanziarie tedesche e anglosassoni. L’accettazione popolare dell’iniziativa “No Billag” permetterebbe di eliminare anche gli ultimi baluardi (già ampiamente indeboliti) contro l’indottrinamento ideologico, che ha rovinato la politica e l’economia nel mondo occidentale durante gli ultimi quarant’anni. Votare contro questa iniziativa porrà un freno alla “ribarbarizzazione” della società.