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Buoni dentro

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New York – Gettare uno sguardo sulla natura dell’etica è possibile e la chiave è nei neuroni specchio, le cellule nervose che si attivano sia quando compiamo un’azione, sia quando la vediamo compiere da altri. Lo indica lo studio dell’Università della California, che mostra come la risposta del cervello alla vista di una persona che sta provando dolore permette di conoscere in anticipo la scelta di fare o no del male a qualcuno. L’ipotesi dei ricercator­i era che le persone con una maggiore reazione neurale alla vista di un video in cui si provoca dolore fisico a qualcuno sarebbero state anche quelle meno propense a procurare dolore agli altri. Nell’esperiment­o i ricercator­i hanno mostrato a 19 volontari due video. In uno, un ago ipodermico fa praticamen­te un’iniezione intramusco­lo; si vede l’ago penetrare il muscolo tra il pollice e l’indice. Nell’altro una mano viene toccata dolcemente da un batuffolo di cotone. Durante la visione, è stata misurata l’attività cerebrale dei volontari con la risonanza magnetica. A distanza di un mese hanno chiesto ai partecipan­ti come si sarebbero comportati se avessero dovuto causare dolore fisico a qualcuno per una giusta causa, come salvare vite umane. I volontari con un’attività più marcata nella corteccia frontale inferiore, la parte del cervello essenziale per l’empatia, erano meno propensi a causare dolore negli altri. Si conferma così che l’autentico interesse per la sofferenza degli altri è tra le cause di scelta in caso di un’alternativ­a. In altre parole, il rifiuto di una persona a provocare dolore fisico a qualcuno è dovuto alla preoccupaz­ione per la vittima e non solamente al disagio della persona stessa nel compiere quell’azione.

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