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Ambrì, disordini e niente punti

In una domenica anche turbolenta gli uomini di Cereda s’arrendono al Losanna. ‘Se non si è pronti a soffrire non si vince’. Mentre alla Resega arriva il quinto straniero: è l’americano Etem.

- Di Moreno Invernizzi

Ambrì – È una sconfitta che fa male, ma è anche una sconfitta che ci sta. Perentoria, netta. Ancora più netta di quanto non dica quel 2-5 con cui il Losanna lascia la Valascia con tre punti in tasca. Perché all’indomani del bel successo in casa dei Lions (certo, trovato all’overtime, ma figlio di una partita giocata bene da cima a fondo), l’Ambrì Piotta mostra ben altre cose contro il Losanna. Tanto che per i primi due tempi la compagine di Luca Cereda sembra in balìa delle folate dei vodesi. Che non sono certo fulmini di guerra, ma si dimostrano una spanna al di sopra dei padroni di casa. Nemmeno i 4 minuti giocati con l’uomo in più di cui benefician­o subito in entrata di confronto danno la scossa sperata a Fora e compagni.

Nel secondo tempo i vodesi mettono a segno tre reti e i padroni di casa vanno a fondo

Così, quell’1-1 con cui si chiudono i primi 20 minuti, a dirla tutta, sta un tantino stretto agli uomini di Yves Sarault. Incapaci di capitalizz­are le diverse buone occasioni avute e, per giunta, trafitti contro l’andamento del gioco dal gol di Trisconi (che, recuperato un disco dietro la porta avversaria, torna in zona utile e non dà scampo a Zurkirchen) che tiene a galla l’Ambrì Piotta. Il naufragio biancoblù è però solo rinviato. E arriva nei secondi venti minuti. Durante i quali i padroni di casa continuano a proporre un hockey balbettant­e e farcito di errori, soprattutt­o in fase di impostazio­ne, mentre il Losanna sembra aver raddrizzat­o la mira dei suoi cecchini. Arrivano così le reti. Tre per la precisione, che ipotecano il confronto. Il primo gol lo realizza Zangger (già autore dello 0-1), con la complicità di Jelovac, che devia quanto basta il disco per ingannare il suo portiere. Qualche minuto dopo lo imita Antonietti, che corregge un tiro-centro di Vermin con il pattino (in modo giudicato involontar­io dagli arbitri). Due reti anche fortunose, certo, ma un vantaggio più

che meritato per i vodesi considerat­i i valori sul ghiaccio. E non è finita qui, perché a 4 contro 4, Danielsson scodella in rete il puck che gli serve da dietro la porta Jeffrey dopo aver vinto un duello alle assi con D’Agostini (che in parte ha pure sulla coscienza pure la rete di Antonietti) per l’1-4. Ci sarebbe ancora tempo per recuperare, ma l’Ambrì non riesce a cambiare marcia. Qualcosa in più la fa in avvio di terzo tempo, trovando anche la via del gol con una staffilata di Zgraggen. Ma la reazione è solo timida, dura lo spazio di un paio di minuti.

Quanti ne bastano a Kostner prima e Kubalik poi per inscenare due “breakaway” che finiscono però per spegnersi contro Zurkirchen. E lì si spengono pure le ambizioni di questa domenica pomeriggio dei leventines­i. Perché negli istanti conclusivi, quando Cereda decide di richiamare il portiere per mandare in pista un sesto giocatore di movimento contro i 4 del Losanna (che ha pure Fischer penalizzat­o), Junland dalla lunga distanza indovina lo specchio della porta e fa calare il sipario – una semplice formalità a quel punto – sul confronto.

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TI-PRESS/GIANINAZZI Etienne Froidevaux e Jannik Fischer s’abbraccian­o dopo il 4-1

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