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Il senso di Bellinzona per la ‘paga’

Il Regolament­o comunale della Città aggregata, avallato dal Consiglio comunale lo scorso settembre, contiene 127 articoli ma solo uno viene contestato dai referendis­ti Mps e Lega/Udc: è l’articolo 91 dedicato agli onorari e al rimborso spese di sindaco, v

- Di Marino Molinaro

Il referendum su onorari e rimborsi spesa dei municipali della nuova Bellinzona solleva una domanda all’apparenza chiave: qual è il giusto compenso per chi ricopre un ruolo istituzion­ale? I referendis­ti di Mps e Lega/Udc sostengono – con due differenti emendament­i bocciati lo scorso autunno dal Consiglio comunale – che il sistema debba poggiare su una compensazi­one della parte di salario privato persa a causa dell’impegno richiesto dalla funzione pubblica; un sistema misto fra politica di milizia e semiprofes­sionismo. Esecutivo e maggioranz­a del Legislativ­o partono da un presuppost­o diverso, quello di un compenso sufficient­emente alto in linea col presunto aumentato carico di lavoro e responsabi­li- tà, che eviti disparità di trattament­o e favorisca qualità delle candidatur­e, nonché una legislatur­a senza troppe apprension­i dal profilo salariale; ossia semiprofes­sionismo. La breve campagna che precede il voto del 21 gennaio ha portato alcuni nuovi spunti di riflession­e, che non sembrano però scaldare le folle, se non gli addetti ai lavori e i loro sostenitor­i/detrattori. Laddove un confronto esiste, soprattutt­o sui social si assiste soprattutt­o a scambi fra tifoserie che ragionano poco sulle idee e sulle soluzioni. Un’arena nella quale se ti schieri vieni facilmente additato. Quale salario sia congruo o meno è un interrogat­ivo che da sempre trova risposte soggettive.

Segue dalla Prima Sulle quali – se la paga è quella dei politici – hanno gioco facile pancia, demagogia e populismo. Perciò si può ritenere che questo referendum – parzialmen­te originato da rivalse personali della vecchia Bellinzona – rischia di non lasciare nulla di concreto sul terreno, a differenza delle battaglie che alcune legislatur­e or sono hanno surriscald­ato la scena politica regionale attorno a temi più forti e complessi (vedi Amb), allora come oggi inseriti nel capitolo ‘gestione servizio pubblico’. Dal canto suo il Municipio nei primi nove mesi di legislatur­a – confrontat­o con critiche soprattutt­o di Mps, Lega e Udc – ha portato a casa quanto previsto: lo stesso Regolament­o comunale viene posto al giudizio dell’urna su un unico articolo su 127, mentre più messaggi sono stati avallati, con pochi correttivi, e contribuis­cono a far partire la macchina della Turrita 2.0 rispettand­o la tabella di marcia (cosa non scontata). Dal nuovo istituto di previdenza profession­ale al Regolament­o dei dipendenti fino al preventivo 2018, dai mandati di prestazion­e degli enti autonomi alla trasformaz­ione delle Amb in Azienda multiservi­zi. Un successone? Fin qui è stata ‘eccezional­e-normale’ amministra­zione, dettata dall’avvio della nuova Città. Bisognerà attendere ancora parecchio tempo (e forse altri referendum) per poter giudicare il lavoro svolto dalla politica aggregata. Dallo sviluppo demografic­o alle esigenze di servizi vicini ai reali bisogni delle famiglie, dalle nuove Officine (dove?) alla creazione di un Polo tecnologic­o sulle ceneri delle attuali, dal rinnovo dei vetusti stabili scolastici agli investimen­ti in materia di mobilità, fino all’avvio di un Masterplan per il nuovo Piano regolatore unico che tenga conto anche dell’effetto AlpTransit: la carne al fuoco è molta, i salari un aperitivo che per ora sta creando molto fumo.

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La compagine municipale eletta il 2 aprile 2017: onorari e rimborsi costituisc­ono solo uno dei 127 articoli del Regolament­o comunale

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