Riduzione giudici supplenti, il governo frena
Avvocati collaboratori del tribunale: ‘Prima di ridurli o no occorre un’analisi approfondita e completa’ Il Consiglio di Stato prende posizione sul taglio proposto dalla maggioranza commissionale
Prematura. Secondo il Consiglio di Stato è quantomeno prematura la proposta avanzata dalla maggioranza della speciale commissione parlamentare ‘Procedura elezione magistrati’ di ridurre il numero dei giudici supplenti, ora 27, cioè degli avvocati che collaborano con i magistrati del Tribunale d’appello (Ta) nell’evasione delle pratiche per limitare gli arretrati. La diminuzione – su cui si pronuncerà il Gran Consiglio la settimana prossima – sarebbe per giunta marcata, dato che i supplenti rimarrebbero solo in due organi giudicanti della massima istanza giudiziaria ticinese: il Tribunale penale cantonale e la Corte di appello e revisione penale. Non verrebbero quindi più attribuiti a settori di attività del Ta diversi da quello penale. Ebbene, il governo ritiene che “prima di decidere di eliminare o meno la figura del giudice supplente in ambito civile e amministrativo o di mutarne i requisiti della funzione come pure il loro numero, occorra un’analisi completa, circostanziata e approfondita sull’efficienza e l’efficacia dell’operato dell’insieme dei 27 giudici supplenti in carica dal 2015”. Un’analisi che andrebbe fatta alla luce dell’esperienza maturata durante almeno “un quadriennio” e che “dovrebbe indicare segnatamente il ricorso fatto dalle varie Camere e Tribunali” del Tribunale d’appello “a questo supporto, le motivazioni specifiche a sostegno, l’apporto effettivo del giudice supplente nell’evasione degli incarti, le giornate di lavoro, le tempistiche d’evasione e i costi”. Oltre a ciò, “si reputa utile valutare le soluzioni adottate dagli altri Cantoni e la loro efficacia”. Solo con una simile verifica “sarà possibile stabilire il mantenimento o meno dei supplenti al di fuori del contesto penale e quindi valutare un possibile aumento dei giudici ordinari rispettivamente dei vicecancellieri”. Così scrive il governo alla Commissione speciale, dopo che questa lo aveva invitato a prendere posizione sull’iniziativa generica di Michela Delcò Petralli. L’atto parlamentare è dell’ottobre 2014: nell’aprile di quell’anno il Gran Consiglio aveva modificato la legge per aumentare da 12 a 27 il numero dei supplenti, che come i giudici ordinari vengono nominati dal parlamento. Un incremento che stando alla deputata dei Verdi causerebbe una crescita dei costi e del rischio di conflitti di interesse tra il ruolo di legale (nel privato) e quello di giudice supplente. La lettera dell’Esecutivo è di martedì 9 gennaio. Il giorno dopo si è riunita la Commissione. Ma la maggioranza ha mantenuto l’adesione al rapporto di Aldi (Lega). Contrari al taglio dei supplenti Ps e Ppd, che con il rapporto del popolare democratico Agustoni sostengono semmai l’introduzione “di più stringenti criteri di incompatibilità”. Intanto il mandato degli attuali 27 giudici supplenti scade a fine maggio e il concorso per il rinnovo delle cariche si è già chiuso...