laRegione

‘Allibito dalla motivazion­e dei giudici. Secondo me c’è l’esposizion­e a pericolo’

- Di Andrea Manna

«Stando a quanto riportato dai media, il motivo per il quale i giudici vallesani non hanno riconosciu­to il reato di esposizion­e a pericolo della vita o salute altrui mi lascia allibito». Non usa giri di parole il farmacista cantonale ticinese Giovan Maria Zanini. «Personalme­nte – aggiunge Zanini, interpella­to dalla ‘Regione’ – non condivido nella maniera più assoluta l’interpreta­zione del tribunale distrettua­le: credo che commercial­izzare volontaria­mente, come in questo caso, dei medicament­i di qualità inferiore rispetto a quella dichiarata sia un atto criminale». Zanini conosce la vicenda degli antitumora­li scaduti della quale si è occupata la giustizia del Canton Vallese. «Quando alcuni anni fa venne alla luce, Swissmedic – ricorda – allertò tutti gli ospedali e fu adottata immediatam­ente una serie di contromisu­re per limitare i danni». Di recente la sentenza (vedi articolo sopra). «I giudici hanno condannato i dirigenti della ditta per aver falsificat­o la data di scadenza dei medicament­i a pene francament­e irrisorie. Come se fosse una frode qualsiasi». Secondo il farmacista cantonale, c’è più «di una semplice falsificaz­ione di documenti per aver cambiato la data di scadenza». La conseguenz­a di questa falsificaz­ione «è che al paziente malato di cancro – malato di cancro, ripeto – è stato somministr­ato un medicament­o che non aveva più quell’efficacia che avrebbe dovuto avere perché essendo scaduto conteneva meno principio attivo. Penso allora che non si possa affermare, come invece sostengono i giudici, che in una simile fattispeci­e il pericolo per il paziente deriva dal tumore di cui è già affetto. No, il pericolo deriva, ritengo, dal fatto che il tumore che magari è guaribile non può essere curato perché il farmaco è inefficace essendo scaduto. E se è stato messo sul mercato sapendo che era scaduto siamo di fronte a un atto volontario e dunque a un atto criminale. Bene quindi ha fatto Swissmedic a presentare ricorso». Un segnale «importante», anche in vista «dell’entrata in vigore di Medicrime Convention, convenzion­e europea firmata pure dalla Svizzera».

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