Finanza tecnologica, rapida espansione
Dietro la criptovaluta bitcoin non si sa chi ci sia: Satoshi Nakamoto è il nome di fantasia usato – si dice – dal suo creatore. Esiste invece, in carne e ossa, il creatore di un’altra moneta digitale, Xrp, quella che l’anno scorso è cresciuta più di tutte
Il valore di Xrp infatti è passato da 0,006 dollari il primo gennaio 2017 a 2,30 dollari il 31 dicembre 2017, con un guadagno del 38’000% (sì, trentottomila percento!), 24 volte più della performance di bitcoin. Chi l’ha inventata è Chris Larsen, 57 anni, il fondatore di Ripple, la società che “emette” Xrp. Larsen è un imprenditore “radicalmente a favore del consumatore” – come lui stesso si definisce – ed è riconosciuto come uno dei protagonisti di maggior rilievo nel “fintech”, il settore della finanza tecnologica che è in rapidissima espansione.
Fra i più ricchi al mondo
Quando questa criptovaluta ha raggiunto il massimo di 2,9 dollari lo scorso 4 gennaio, Larsen è balzato al quinto posto della classifica di Forbes dei più ricchi al mondo – più in alto di Mark Zuckerberg – grazie al “tesoro” di Xrp che possiede personalmente e alla sua quota dell’azionariato di Ripple: in tutto un patrimonio stimato da Forbes in 59 miliardi di dollari. Da allora il valore di Xrp è sceso a meno di 2 dollari, a riprova dell’alta volatilità delle criptovalute. Ma Ripple resta un fenomeno importante per l’intera industria finanziaria mondiale. Infatti il suo business principale non è Xrp, ma l’applicazione della tecnologia blockchain di cui sono già diventate clienti grandi banche come la britannica Standard chartered, l’americana Bank of America, la spagnola Santander, la svizzera Ubs e anche l’italiana Unicredit, oltre al colosso delle di carte di credito American express. Blockchain (“catena di blocchi”) è una tecnologia che elimina la necessità di un intermediario per creare online un registro aperto, trasparente e permanente di tutte le transazioni avvenute in un network, come i pagamenti e i trasferimenti di valori.
Ripple resta un fenomeno importante per l’intera industria finanziaria mondiale
Ripple l’ha usata per costruire un servizio che permette di inviare soldi – dollari, euro e yen – globalmente in modo più veloce, più sicuro e meno costoso. Larsen è sempre stato ossessionato dall’obbiettivo di creare servizi finanziari alternativi a quelli tradizionali, lenti e costosi per le commissioni caricate sui clienti.
Larsen il pioniere
Negli anni Novanta, all’inizio della rivoluzione di Internet, Larsen era stato un pioniere nell’industria dei prestiti online. Nato nel 1960 a San Francisco – figlio di una illustratrice freelance e di un meccanico aeronautico – dopo aver conseguito l’Mba alla Stanford graduate school of business nel 1991 aveva cominciato a lavorare per una finanziaria erogatrice di mutui a Palo Alto, nella Silicon valley. Ma presto era diventato insofferente verso le pratiche complesse, lente e costose di quel business e con l’amica e collega Janina Pawlowski aveva lasciato il posto di lavoro per mettersi in proprio e fondare qualcosa di alternativo.
L’inizio coi prestiti online
Era nato così nel 1996 E-Loan, uno dei primissimi siti di prestiti e mutui online, venduto poi al Banco popular nel
2005. L’anno dopo Larsen ha fondato la sua seconda startup, Prosper marketplace, il primo mercato per prestiti P2P, peer-to-peer, negli Stati uniti. E nel 2012 è nata la sua terza impresa fintech, OpenCoin, poi rinominata Ripple, con il quartier generale a San Francisco e, ora, uffici anche a New York, Londra, Sydney, Mumbai, Singapore e in Lussemburgo.
Il protocollo open source
Ripple si basa su un protocollo “open source” distribuito: al funzionamento del suo network collaborano nel ruolo di “validator” aziende come Microsoft e istituzioni come il Massachusetts institute of technology. Anche la Banca d’Inghilterra ha voluto sperimentare Ripple e alla fine della prova, lo scorso luglio, un suo portavoce ha commentato: “È stato un esercizio utile per sviluppare
la nostra comprensione della sincronizzazione dei trasferimenti di valori e delle possibili soluzioni tecniche”.
Il suo business principale non è Xrp, ma l’applicazione della tecnologia blockchain di cui sono già diventate clienti grandi banche
Mentre Paolo Cederle, responsabile delle Business integrated solutions di Unicredit, ha spiegato: “Blockchain e le tecnologie collegate sono per noi un focus importante sull’innovazione. Attraverso la nostra collaborazione con Ripple stiamo ottimizzando il nostro sistema globale di pagamenti e siamo una delle prime grandi banche a implementare questa tecnologia finanziaria ‘distribuita’ per fini commerciali”.
Blockchain, risparmio fra i 15 e i 20 miliardi
Entro il 2022 con la blockchain le banche potranno risparmiare dai 15 ai 20 miliardi di dollari l’anno in spese di infrastrutture per i pagamenti internazionali, il trading di valori mobiliari e il rispetto delle norme regolamentari, secondo uno studio dell’istituto spagnolo Santander. Per Larsen il protocollo di Ripple rappresenta l’inizio dell’ “Internet del Valore”. “Per ora siamo concentrati sull’applicazione immediata, per la quale i primi utenti sono i custodi del valore, le banche e le altre istituzioni finanziarie, come i custodi dei dati (le istituzioni accademiche e i governi) erano stati i primi utenti di Internet – ha spiegato Larsen –. Ma domani nel ‘Value Web’ scambiare soldi e altri valori sarà facile per tutti come oggi scambiare informazioni online”.