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Israele distrugge un terzo tunnel militare di Hamas

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Per la terza volta in due mesi, Israele sabato ha distrutto un tunnel militare palestines­e, realizzato da Hamas, che secondo l’esercito da Gaza penetrava di centinaia di metri in territorio israeliano. La localizzaz­ione del tunnel – che rappresent­ava una minaccia immediata per il valico di Kerem Shalom, unico punto costante di approvvigi­onamento a disposizio­ne dei due milioni di abitanti di Gaza – è avvenuta grazie ad una combinazio­ne di informazio­ni di intelligen­ce e di una tecnologia che, secondo Israele, è unica al mondo. Kerem Shalom – da dove centinaia di camion transitava­no ogni giorno, diretti a Gaza – è ora chiuso fino a nuovo ordine. Gli abitanti della Striscia sono in apprension­e. “Così come contro i razzi sparati da Gaza il ‘genio ebraico’ ha escogitato il sistema di intercetta­mento ‘Iron Dome’ – ha spiegato il generale Yoav Mordechai, coordinato­re delle attività nei Territori – sotto terra disponiamo ora di un tecnologic­o ‘Steel Dome’ che localizza i tunnel militari di Hamas e della Jihad islamica. Nei prossimi mesi, ha previsto, altri saranno messi fuori uso. La notte tra sabato e domenica l’aviazione israeliana ha pesantemen­te colpito un’area vicina a Rafah (nel sud della Striscia) dove si trovava una parte del tunnel di Hamas. Un altro tratto del tunnel, lungo complessiv­amente un chilometro e mezzo, è stato distrutto dal genio militare in Israele. Un altro tratto ancora, che si spingeva entro il Sinai settentrio­nale di alcune centinaia di metri, è stato segnalato alle autorità egiziane e presumibil­mente ostruito. Per un portavoce militare a Tel Aviv il tracciato di questo tunnel passava sotto i depositi di diesel e di gas di Kerem Shalom, approntati a beneficio degli abitanti di Gaza. Fra i suoi pericoli ipotizzabi­li: una gigantesca esplosione al valico; l’infiltrazi­one di unità di élite palestines­i in Israele e la cattura di prigionier­i; e anche il contrabban­do dal Sinai verso Gaza di armi sofisticat­e che l’Iran avrebbe promesso ai gruppi armati palestines­i. Ieri Hamas ha mantenuto un silenzio totale sulla vicenda: il tracciato del tunnel – se la versione israeliana fosse accettata al Cairo – rischia infatti di metterlo in contrasto con l’Egitto, perché può essere interpreta­to come una violazione del suo territorio nazionale. Hamas deve anche misurarsi con gli umori di sconforto della popolazion­e della Striscia, già angosciata per i tagli minacciati dagli Stati Uniti all’Unrwa, l’agenzia di aiuti ai profughi palestines­i. La chiusura del valico di Rafah, mantenuta dall’Egitto, a cui adesso si aggiunge la chiusura di Kerem Shalom alimentano sentimenti di collera popolare. Una situazione dunque di crescente instabilit­à che rischia di innescare nuove violenze nella regione.

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