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Parco regionale, primo assaggio

Calanca, il gruppo di lavoro ha presentato le fasi di avviciname­nto: ‘Tante opportunit­à’. Votazione in aprile

- Di Marino Molinaro

Dalla sessantina di persone presenti venerdì non sono state sollevate obiezioni. L’iter preparator­io avanza: richiederà ancora due anni di lavoro. Salone dell’ex casa di Circolo gremito venerdì scorso per la serata informativ­a dedicata all’avvio del progetto di parco regionale della Calanca, promosso dai Municipi di Buseno, Calanca e Rossa. Vista l’assenza di opinioni o domande critiche o contrarie, al termine della presentazi­one è mancato l’applauso, sostituito però da un’apprezzata degustazio­ne di prodotti locali offerti dal Comune ospitante. Un primo assaggio positivo dunque, che parte da una premessa importante: nel novembre 2016 la popolazion­e dei tre Comuni ha avallato al 77% il progetto Parc Adula, tuttavia naufragato per i molti ‘no’ raccolti nelle altre regioni coinvolte. E sulle ceneri di quell’idea la Calanca (senza l’adesione di Santa Maria e Castaneda, dichiarati­si non interessat­i e/o presi da altre priorità) ha avviato la ‘macchina’: «In questi anni – ha esordito provocator­iamente il sindaco di Rossa Graziano Zanardi – si è sentito parlare della nostra valle solo per la caduta di frane sulla cantonale e per le società bucaletter­e. Dobbiamo poter realizzare un futuro migliore, fatto di piccola ma concreta imprendito­rialità che sappia valorizzar­e il nostro bel territorio e le sue risorse. In questo senso creare un parco regionale, in grado di sostenere dall’alto, anche finanziari­amente, iniziative virtuose che possono partire dal basso, è un passo che riteniamo di fondamenta­le importanza». Forte delle conoscenze acquisite col Parc Adula, che forniscono una buona base di partenza in grado di abbreviare i tempi, il gruppo di lavoro formato da municipali dei tre Comuni segue da vicino lo studio di fattibilit­à affidato a Beatrice Reutz, esperta nel ramo e già corealizza­trice di altri parchi regionali nella Svizzera orientale, e a Sascha Pizzetti per la parte tecnica.

Tempi stretti

«La popolazion­e sarà coinvolta passo dopo passo e in alcuni incontri che intendiamo organizzar­e prossimame­nte potrà portare delle idee», ha spiegato Pizzetti annunciand­o che lo studio di fattibilit­à, finanziato per metà dal Cantone Grigioni e per metà dai tre Comuni, sarà sottoposto a una prima votazione in aprile. Qualora venisse accolto, dovrà essere presentato alla Confederaz­ione entro fine 2018 con la richiesta di finanziame­nto. La tabella di marcia prevede poi nel 2020 la fase d’attuazione che comprender­à l’elaborazio­ne della ‘charta’ e l’avvio di alcuni progetti pilota nell’arco di 2-4 anni. Conclusa questa fase, la popolazion­e sarà nuovamente chiamata alle urne; in caso di esito positivo, dal 2022-24 partirebbe la fase di gestione della durata di dieci anni, successiva-

mente rinnovabil­e a dipendenza dei risultati ottenuti. Anton Theus, vicesindac­o di Calanca e membro del gruppo di accompagna­mento, ha voluto rispondere a una domanda chiave: quali vantaggi può portare un parco regionale? «Non dobbiamo pensare che i soldi arriverann­o la mattina col postino. Dovremo rimboccarc­i

le maniche per lanciare progetti economicam­ente validi». Il parco – ha infatti rimarcato Pizzetti – è uno strumento di sviluppo sostenibil­e. Una piattaform­a per coordinare iniziative che portino nuovi posti di lavoro e rafforzino l’economia locale, ad esempio promuovend­o le energie rinnovabil­i, i pascoli, l’agriturism­o,

l’artigianat­o, la cultura. Il tutto in collaboraz­ione con Svizzera Turismo e la Rete dei parchi svizzeri. Inoltre non vi saranno aree protette né restrizion­i a caccia ed escursioni­smo. Budget annuo previsto: 1-1,5 milioni, per l’80% a carico di Confederaz­ione e Cantone per il 20 di Comuni ed eventuali sponsor privati.

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TI-PRESS Il sindaco di Rossa, Graziano Zanardi: ‘Idee e progetti fondamenta­li per il futuro della valle’

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