La serata arrembante che interrompe il digiuno
Lugano – Da una parte non c’è Klasen. Per forza, visto come se n’era andato dal ghiaccio di Langnau il giorno prima, vittima della violenta carica del canadese Barker (nei cui confronti la giustizia sportiva ha ovviamente aperto una procedura). Dall’altra, invece, non c’è Mayer. Per scelta. Al suo posto gioca la riserva Remo Giovannini, a cui piacerebbe tanto ripetere la figura di un mese prima (quando fu tra gli artefici del 3-4 al prolungamento, con gol del solito Loeffel), ma proprio non ci riesce. E non certo per colpa sua. Anzi, senza un paio di suoi provvidenziali interventi, il Ginevra di gol magari ne avrebbe subiti dieci. Da un Lugano che spinge sin dall’inizio, pur se nei primissimi minuti sembra aver paura di sbagliare. Colpa del periodo difficile e di un attacco che non segna da oltre due partite. Quando, finalmente, in qualche modo (lui che di reti non ne festeggiava più addirittura dalla sera del 28 novembre), Jani Lajunen trova il modo per porre fine a ben 131’ di sterilità offensiva bianconera, la strada diventa tutta in discesa. Con un Lugano finalmente liberato che pattina, suda, tira e pure segna. Addirittura sei volte nel solo tempo di mezzo. Incredibile. A quel punto, Loeffel e compagni già pensano al lungo viaggio di ritorno. Anche perché, in un terzo periodo svuotato di qualsiasi significato, il tempo per riflettere al Servette non manca di certo. C.S.