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Referendum Bellinzona, no alla casta all’italiana

- Di Tuto Rossi, referendis­ta Udc

Segue da pagina 3 Il regolament­o concede a sindaco e municipali una prebenda tra 1’000 e 500 franchi al mese da consumare come “spesa di rappresent­anza”. Ma attenzione, solo in Ticino! Nel resto del mondo – da Lumino a Uppsala – la prebenda aumenta ancora. Questi vertiginos­i aumenti sono forse la contropart­ita di un importante obbligo lavorativo? Per nulla! L’articolo 91 del Regolament­o comunale prevede solo gli scatti salariali, ma tace sull’obbligo di lavorare. Soltanto il messaggio municipale parla genericame­nte di un impegno “indicativo” (sic) tra il 50% e il 70%. Tuttavia senza una codificazi­one, l’impegno “indicativo” resta un bla bla. In realtà, con questo regolament­o i municipali possono fare quello che vogliono, lavorare solo 4 ore alla settimana, senza dovere rendere conto ai Bellinzone­si. Per esempio Christian Paglia, da uomo serio e sincero qual è, ha dichiarato che fa il municipale senza avere ridotto il suo lavoro alla Supsi. Il Regolament­o comunale sottoposto a referendum è quindi pericolosi­ssimo, perché introduce in Ticino la casta dei politici che ha rovinato l’Italia. Con grossi salari e nessun obbligo di lavoro, il municipale deve soltanto preoccupar­si di innaffiare i propri galoppini allo scopo di garantirsi la rielezione. E via dunque con i posti di lavoro e le prebende a favo- re della propria clientela! La politica si trasforma in un teatrino come in Italia dove i deputati fingono di litigare, ma poi sono tutti uniti nel magna magna.

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