La formazione per uscire dall’assistenza
Cosas e Fsea chiedono più soldi per la reintegrazione nel mercato del lavoro
Più soldi da Confederazione e Cantoni per dare un’opportunità a 75mila adulti che sono in assistenza sociale di inserirsi nel mercato del lavoro grazie alla formazione continua. Lo chiedono La Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (Cosas) e la Federazione svizzera per la formazione continua (Fsea). In Svizzera circa 273mila persone dipendevano dagli aiuti sociali nel 2016. Il 71% (194mila) era maggiorenne. La metà di loro non dispone di un certificato professionale e il 30% ha difficoltà a livello di competenze di base, quali leggere, scrivere e far di conto, hanno precisato ieri in un comunicato Cosas e Fsea. In base a un sondaggio di Cosas, realizzato presso i servizi sociali, la formazione continua può offrire le migliori chance di reintegrazione nel mercato del lavoro per un 40% dei beneficiari adulti, ossia a 75mila persone. La strategia presentata ieri a Berna da Cosas e Fsea si basa su di un modello in tre tappe: acquisizione delle competenze di base in modo da poter gestire le necessità quotidiane, acquisizione di qualifiche professionali inferiori al livello di un apprendistato e acquisizione di una formazione professionale di base (tirocinio o attestato federale di capacità). Per attuare la loro ‘offensiva’ Cosas e Fsea chiedono alla Confederazione “un credito sostanzioso” per il periodo 20212014. Dal 2017 al 2020 le due associazioni dispongono in media di 15 milioni di franchi all’anno, su una massa di 26 miliardi che la Confederazione mette a disposizione per formazione, ricerca e innovazione. Le associazioni chiedono pure ai Cantoni di estendere il diritto di percepire borse di studio a tutte la fasce di età e a tutti i rami di formazione dopo la scuola dell’obbligo. L’ammontare dell’aiuto dovrebbe coprire il minimo vitale. Inoltre i Cantoni dovrebbero prevedere delle offerte di formazione adatte. Cosas e Fsea considerano la loro campagna di formazione “un contributo importante per sfruttare la manodopera indigena”. Investire nella formazione di chi usufruisce di aiuti sociali è pagante non solo per l’individuo ma anche a livello sociale ed economico, hanno sottolineato. E, hanno aggiunto, lo dimostrano programmi esemplari già avviati in alcuni Cantoni.