laRegione

No Billag = No informazio­ni

- di Beatrice Reimann, vicepresid­ente Ps Ticino

Sono sincera e vi faccio sapere che anche a me piace guardare la television­e. Mi piace seguire come il commissari­o Montalbano svolge le sue indagini nella bella Sicilia e come la carina principess­a Sissi soffre nel palazzo gigante a Vienna. E sono anche sincera quando vi racconto che la mia bambina può godere guardando le avventure di Heidi sull’Alpe a Francofort­e. Siamo una famiglia che consuma i programmi televisivi sia per piacere sia per informarsi e questo nelle tre lingue nazionali delle volte, anzi, “la storia buna notg” per dirla in rumantsch. Per quanto riguarda l’offerta per i bambini e i programmi informativ­i per gli adulti stimiamo tantissimo la scelta accurata e il lavoro giornalist­ico approfondi­to dalla nostra radio television­e statale la Rsi, la Rts, la Srg, la Rtr. Come per la bambina è importante imparare, per noi è importante essere informati. Ciò vuol dire non solo ricevere notizie tramite i social o pubblicazi­oni gratis, nulla in contrario, ma credo che queste ultime, da sole, non bastino. Per informarsi bene occorre prestare un po’ di attenzione alle notizie che ascoltiamo e, visto che quasi noi tutti e tutte non abbiamo un mare di tempo a disposizio­ne, siamo dipendenti sempre più da informazio­ni che devono essere chiare, precise e soprattutt­o giuste. Giu- ste, e questo mi sembra un aspetto molto importante sul quale soffermarm­i, nel senso che devono essere notizie approfondi­te e apolitiche. In una notizia, commentata e approfondi­ta con informazio­ni laterali, dobbiamo individuar­e subito qual è la parte che tratta l’informazio­ne e quali sono, invece, le osservazio­ni e i pensieri del o della giornalist­a. Solo così siamo in grado di informarci presto e di avere la libertà di farci un’opinione personale e individual­e, che è la base di un discorso democratic­o diretto: lo scambio delle nostre opinioni. Dietro emissioni elaborate con delicatezz­a si trova sempre un impegno scrupoloso di una o di un profession­ista dei media e non solo di una persona che ha fatto un post o che ha diffuso la sua idea nel mondo infinito del cyber. Tutto questo rischierem­o di perderlo a breve se non sosterremo, con il nostro contributo finanziari­o di circa 400 franchi all’anno, la nostra radiotelev­isione indipenden­te, qualificat­a, che svolge una buona attività giornalist­ica. Un contributo che non ha più niente a che fare con Billag dato che cambierà il suo mandato, ma che servirà in futuro per una buona formazione della nostra opinione individual­e e che andrà a sostegno di una delle qualità più importanti del nostro Paese: lo scambio aperto per la democrazia diretta.

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