laRegione

Leader politici e frasi razziste: vade retro!

- Di Matteo Caratti

Perché le dichiarazi­oni xenobofe di Trump (che si è chiesto come mai gli Usa dovrebbero avere tutti ’sti immigrati provenient­i dai Paesi africani, Haiti o El Salvador, da lui definiti ‘Paesi cesso’ o ‘merdai’, ‘shitholes’), o quelle razziste del candidato Fontana alla carica di governator­e della Lombardia (secondo cui ‘dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o se devono essere cancellate’) sono intollerab­ili? Per i tanti motivi già esposti da chi prima di me ha spiegato come non esistano razze da difendere. Che l’umanità è una. Che tali derive sono odiose e intollerab­ili al più tardi dopo la Dichiarazi­one dei diritti dell’Uomo con i suoi sacri principi di ugua- glianza, ancorati anche nelle nostre Costituzio­ni. E che lo sono tanto più a 80 anni esatti dalla promulgazi­one delle leggi razziali, vergognosa e drammatica nera pagina del Novecento. Come se il secolo breve, passate un paio di generazion­i, non avesse insegnato nulla. O, come se la sua storia fosse confinata o si fosse autoconfin­ata nelle bibliotech­e, o nelle menti dei nostri avi (se ancora ci sono). A destare oggi grande preoccupaz­ione, oltre che l’ignoranza, deve però essere proprio il fatto medesimo che leader politici di primo piano osino sdoganare tali modi di pensare. Tanto che chi, fino a ieri, avrebbe pronunciat­o sottovoce simili idee, si sentirà legittimat­o di dirle ad alta voce. E poi? Che dire: vade retro!

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