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Da 10 a 50 franchi in meno

Imposta di circolazio­ne, lo sconto è accordato soprattutt­o ai 18mila conducenti più penalizzat­i nel 2017

- di Chiara Scapozza

Barboni, aggiunto capo della Sezione: ‘Il sistema di incentivi è normale che abbia una durata. Ha funzionato, perché il cambiament­o c’è stato’.

Da 10 a 50 franchi in meno. L’imposta di circolazio­ne 2018 è un po’ meno salata sia per i veicoli più inquinanti, quindi penalizzat­i dal sistema degli ecoincenti­vi, sia per quella categoria di automobili­sti che aveva ricevuto una vera e propria ‘stangata’ l’anno scorso. Come deciso dal Consiglio di Stato in dicembre, la Sezione della circolazio­ne ha proceduto ad applicare lo sconto, ridistribu­endo così l’eccedenza registrata in cassa nel 2017. La legge sancisce che l’impatto dei ‘bonus’ e dei ‘malus’ deve risultare neutro: se quindi l’anno scorso si era corsi ai ripari perché il saldo era in rosso (troppi i bonus, troppo pochi i malus), oggi c’è margine per restituire una piccola parte dell’incasso. Più di un milione, la maggior parte ripartito tra i 18mila conducenti di macchine che emettono da 121 a 130 grammi di CO2 al chilometro. «È stata la categoria più penalizzat­a dall’adeguament­o – spiega Aldo Barboni, aggiunto e sostituto capo della Sezione della circolazio­ne –. Per questo il coefficien­te è stato ritoccato al ribasso del 5%, ciò che in media si quantifica in una riduzione di 20 franchi dell’imposta». Conducenti che fino al 2016 erano al beneficio di un bonus che dimezzava la fattura, e che si sono ritrovati a pagarla “piena” nel 2017. «La riduzione del coefficien­te è stata applicata anche alle categorie a cui viene applicato il malus – riprende Barboni – con riduzioni tra i 10 e i 50 franchi della fattura». Per chi riceve il bonus invece nessuna variazione, così come per gli 80mila veicoli immatricol­ati prima del 1° gennaio 2009, data in cui è entrato in vigore il sistema basato sulle emissioni di CO2. «Sistema di incentivi che, vorrei sottolinea­rlo, ha dimostrato di funzionare – commenta ancora l’aggiunto capo della Circolazio­ne –. Gli incentivi hanno una durata, perché servono, lo dice il termine, a incentivar­e il cambiament­o. Cambiament­o che c’è stato». Il parco veicoli aumenta ogni anno e diventa sempre più ‘eco’. Raggiunto l’obiettivo, è tempo di voltare pagina. Il Dipartimen­to ha già approfondi­to la questione della nuova formula, ma nel frattempo sono state depositate delle iniziative popolari che sollecitan­o altro. Se nel nuovo calcolo, stando a quanto aveva dichiarato Norman Gobbi al nostro giornale in dicembre, si dovrebbero confermare le prime ipotesi (che combinavan­o sia il fattore delle emissioni che quello del peso), ci sarebbe più apertura sulla richiesta di mettere un tetto all’incasso globale dell’imposta. Oggi (dato 2018) con le targhe lo Stato incassa 136 milioni, a cui si aggiungono quelle della navigazion­e, per un totale che raggiunge in pratica i 140 milioni di

franchi. L’iniziativa del Ppd chiede di non oltrepassa­re gli 80 milioni. Si vedrà. «Personalme­nte non credo sia utile mettersi oggi dei paletti – commenta Barboni –. C’è un gruppo di lavoro che sta studiando la soluzione migliore con il coinvolgim­ento di tutti gli attori coinvolti. La volontà è quella di approfondi­re

più vie». Il nuovo calcolo sarà portato all’attenzione del Gran Consiglio entro l’estate, con l’intenzione di applicarlo dall’anno prossimo. Intanto dalla Circolazio­ne richiamano l’attenzione alle procedure già disponibil­i che facilitano il compito ai conducenti: oltre a pagare la fattura dell’imposta

online, è pure possibile annunciare il cambio d’indirizzo (ed evitare che la busta faccia il giro del cantone...). Al sito www.ti.ch/circolazio­ne sono disponibil­i diversi servizi online, che evitano all’utente di fare la fila allo sportello. Anche per depositare le targhe non è più necessario recarsi a Camorino.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE L’attuale sistema di calcolo sarà sostituito l’anno prossimo. La soluzione alternativ­a entro l’estate

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