‘Prima i nostri’ ma non nel privato
Un solo rapporto in Gestione ma solo per la preferenza nel pubblico e parapubblico
Il lavoro commissionale è concluso. Dopo Tributaria e Legislazione, ieri anche la Gestione ha sottoscritto i rapporti che aprono la strada del plenum ai diversi atti parlamentari (sette iniziative e tre mozioni) che chiedono l’applicazione di ‘Prima i nostri’, ovvero l’iniziativa popolare lanciata dall’Udc ticinese e approvata dal popolo. Tutto è pronto, dunque, per la discussione nel plenum dove con molta probabilità ci sarà la maggioranza – come del resto già c’è nelle commissioni – per approvare la clausola che vuole la preferenza dei lavoratori residenti nei settori pubblici e parapubblici. Con qualche distinguo, come precisano i due rapporti redatti da Matteo Quadranti (Plr) per la Gestione. Per quel che concerne invece il settore privato, l’incompatibilità con la giurisprudenza superiore (federale ed europea) non lascia grandi spazi di manovra, stando almeno alla maggioranza dei partiti. «La nostra commissione – ci dice Pelin Kandemir Bordoli, presidente della Gestione – aveva già discusso e approvato il rapporto Quadranti, ma attendevamo il giudizio delle altre due impegnate sullo stesso tema. A questo punto c’è tutto e la discussione generale si terrà molto probabilmente durante la sessione di febbraio». Un solo rapporto in Gestione, unanime ma con la riserva del Ps, che segue il percorso già tracciato dal Consiglio di Stato: grande prudenza considerati i ristretti margini di manovra che coinvolgono comunque anche i posti pubblici. Il rapporto è stato firmato pure da Gabriele Pinoja, deputato Udc già presidente della commissione creata per occuparsi esclusivamente del tema. «La vera discussione a questo punto sarà sulla legge di applicazione. Mi pare che la maggioranza adotti due pesi e due misure fra la nostra iniziativa e quella presentata da Giorgio Fonio» ci dice Pinoja, alludendo al consenso della maggioranza della Legislazione sull’idea di assumere la manodopera straniera verificando i nuovi permessi di lavoro concessi che devono rispettare le disposizioni contrattuali. «La nostra proposta non è diversa – aggiunge Pinoja – e secondo alcuni giuristi sta in piedi. Non va poi dimenticato che si voterà sulla libera circolazione delle persone e dunque i margini in futuro ci sarebbero tutti».