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I docenti di educazione fisica fanno muro

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L’insegnamen­to di educazione fisica è compromess­o per “alcune scelte strategich­e del Decs” e i relativi insegnanti non ci stanno, come si precisa in una petizione sottoscrit­ta da 209 docenti della materia e consegnata martedì scorso alla Segreteria del Gran Consiglio. Scelte poco gradite e l’elenco è lungo. L’eliminazio­ne di due collaborat­ori dell’Ufficio di educazione fisica scolastica; l’inseriment­o dell’ufficio sopraccita­to nel nuovo Ufficio sport; l’eliminazio­ne dello sport scolastico facoltativ­o del secondario II; perdita di ore nel ruolo di esperto per le Medie; diminuzion­e del materiale didattico nella misura dell’85 per cento. Solo per citarne alcune. Tutte decisioni “avvenute senza dibattito e neppure un tentativo di confronto da parte del Decs” si precisa nella petizione promossa dalla ‘Società ticinese docenti di educazione fisica’ costituita nel lontano 1902 e che oggi conta oltre 300 soci. La protesta nasce dall’assemblea del sodalizio tenutasi nei mesi scorsi dopo aver preso atto che le scelte e i tagli effettuati dal Decs hanno messo in gioco “non solo la credibilit­à della nostra materia ma pure la sua qualità” come si precisa nella nota inviata alla stampa che accompagna la petizione all’attenzione del parlamento cantonale. In più occasioni, si legge invece nella petizione, il Decs ha ribadito che l’educazione fisica nelle scuole “ha sempre goduto di privilegi rispetto alle altre materie e che non dovrà più essere il caso”. Orbene gli oltre duecento firmatari, nonché diretti interessat­i, contestano questa affermazio­ne e sottolinea­no che “a livello di onere di lavoro i docenti di educazione fisica sono e sono sempre stati discrimina­ti”; ciò detto, si aggiunge che la materia in questione “non è una materia come tutte le altre” perché è l’unica “incentrata sulla motricità, la sua valenza pedagogica è riconosciu­ta universalm­ente e i suoi legami con il territorio sono innegabili e superiori ad altre materie”. La riprova? La promozione dello sport e dell’attività fisica rappresent­a un’unicità “che le Camere federali hanno voluto ancorare ad una legge”. La conclusion­e dunque è una sola: salviamo la qualità dell’insegnamen­to.

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TI-PRESS Petizione al parlamento

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