Ucciso in Kosovo il politico serbo del dialogo
Belgrado – Un omicidio per impedire il negoziato. È stata letta così l’uccisione di Oliver Ivanovic, uno dei più noti e influenti leader politici della minoranza serba del Kosovo, freddato ieri a colpi di pistola mentre si recava al lavoro nel suo ufficio nel settore serbo di Mitrovica. L’assassinio, a un mese dal decimo anniversario della proclamazione di indipendenza del Kosovo (17 febbraio 2008), ha avuto come effetto immediato il ritiro della delegazione serba dal negoziato tecnico con la delegazione kosovara, che doveva riprendere ieri a Bruxelles. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, Ivanovic (64 anni) è stato raggiunto da almeno cinque colpi di pistola col silenziatore sparatigli da un’auto in corsa mentre si recava alla sede del suo partito “Iniziativa Civica - Libertà, democrazia e giustizia” nella parte nord di Kosovska Mitrovica, il nome serbo della città del Kosovo settentrionale divisa dal fiume Ibar in un settore serbo e uno albanese (sud), e teatro di violenti scontri ancora dopo la secessione da Belgrado. Ivanovic – pragmatico su posizioni che non erano del tutto in linea con quelle del partito dei serbi del Kosovo (Srpska lista) – era uscito da pochi mesi dal carcere dove aveva scontato due anni dei nove a cui era stato condannato per crimini di guerra nel conflitto a fine anni Novanta. Nel febbraio 2017, la sentenza era stata annullata in Appello e Ivanovic rinviato a un nuovo processo. Il presidente serbo Aleksandar Vucic, dopo una riunione urgente del Consiglio per la sicurezza nazionale, ha condannato fermamente l’assassinio, definendolo un “atto terroristico” e un “attacco ai serbi del Kosovo e alla Serbia”. Vucic ha chiesto che alle indagini possano partecipare anche responsabili serbi. Reazioni sdegnate anche da parte di tutti gli altri esponenti politici di Belgrado, a cominciare dalla premier Ana Brnabic e dal ministro degli Esteri Ivica Dacic, preoccupati per la minaccia alla stabilità non solo in Kosovo ma nel resto della regione balcanica. Condanne sono giunte anche da parte del presidente e del premier kosovari, Hashim Thaci e Ramush Haradinaj.