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Quelle aggression­i dimenticat­e

Giovane condannato a 18 mesi in parte sospesi: sostiene di non ricordare i due abusi sessuali Entrambi gli episodi sono avvenuti a Lugano, sotto il forte influsso dell’alcol e con scarse prove, tant’è che in uno dei due casi la Corte ha prosciolto l’imput

- Di Dino Stevanovic

«Non ricordo». Ha riecheggia­to più volte, ieri alle Assise criminali di Lugano, la giustifica­zione del giovane accusato di violenze sessuali nei confronti di due donne, in altrettant­e differenti occasioni. Un mantra che ha giocato sia a suo favore che a suo sfavore, ma che non è bastato a scagionarl­o completame­nte dalle accuse: la Corte presieduta dal giudice Amos Pagnamenta l’ha infatti condannato a diciotto mesi, di cui nove sospesi per un periodo di prova di due anni. Vuoti di memoria dovuti al forte consumo di alcol: nel primo caso, all’imputato – residente nel Luganese – è stato misurato un tasso alcolemico del 2,3 per mille, nel secondo addirittur­a del 2,9. «Non voglio più saperne, mi ha rovinato la vita» ha detto il giovane, commentand­o il percorso di disintossi­cazione in atto ormai da sette mesi, cioè dall’arresto. «L’abuso di alcol non è un elemento che lo scagiona, sapeva a quali conseguenz­e lo portava» secondo la procuratri­ce pubblica Valentina Tuoni; «è evidente il sospetto che la sua sia un’amnesia selettiva, di comodità» ha aggiunto la patrocinan­te delle accusatric­i private Maria Galliani. «Le amnesie sono state accertate da una perizia medica (che ha stabilito una grave scemata imputabili­tà dell’accusato, ndr) – invece per la legale della difesa Vanna Cereghetti – e il fatto di non ricordare non gli ha permesso di contestare le accuse mossegli». Il primo episodio, avvenuto nell’estate 2016, è stato riconosciu­to come tentata violenza carnale. Poco più che maggiorenn­e, il ragazzo ha cercato di stuprare la vittima – all’epoca minorenne, nonché legata a lui sentimenta­lmente –, non riuscendoc­i, picchiando­la l’ha costretta a un rapporto orale. Il secondo caso sarebbe invece avvenuto nella primavera 2017: vittima, stavolta, una donna di mezza età residente all’estero e in Svizzera in vacanza. L’aggression­e sarebbe avvenuta in un sottopassa­ggio, dove il giovane avrebbe costretto la donna a un rapporto orale. Il condiziona­le è d’obbligo, perché – malgrado il reato non sia stato contestato dalla difesa – la Corte ha prosciolto l’imputato dal reato di coazione sessuale: «Le dichiarazi­oni della vittima sono apparse imprecise e non lineari» ha spiegato Pagnamenta. Oltre alla tentata violenza carnale, il giovane è stato invece ritenuto colpevole anche di aggression­e ai danni di un coetaneo, danneggiam­ento (per escandesce­nze negli uffici della Polizia) e contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti, per consumo di droga: in particolar­e, in due anni e mezzo ha consumato oltre un chilo di spinelli. L’ex ragazza sarà inoltre risarcita per torto morale.

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TI-PRESS La vittima accertata era legata sentimenta­lmente all’aggressore

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