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Il passato è passato

Il cantante Roger Waters era a Roma per l’inaugurazi­one della mostra sui Pink Floyd ‘Spero che i giovani ricavino dal viaggio nel nostro passato una lezione utile per costruirsi una propria strada’ ha affermato Waters

- Di Paolo Biamonte/Ansa

In un’atmosfera piuttosto caotica, Nick Mason e Roger Waters hanno inaugurato oggi al Macro di Roma ‘The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains’, la mostra dedicata alla storia dei Pink Floyd che aprirà i battenti venerdì 19 gennaio e rimarrà aperta fino al primo luglio. L’atteggiame­nto dei due protagonis­ti rispetto alla mostra è molto diverso: Nick Mason, che è una persona molto affabile, ha fatto da consulente; Roger Waters l’ha visitata per la prima volta ieri: a quella di Londra, che al Victoria & Albert Museum è stata visitata da 400mila persone, ha solo partecipat­o alla presentazi­one alla stampa. E oggi a Roma ha commentato che “mi sembra un miracolo tecnologic­o, ma sinceramen­te non mi interessan­o molto la nostra eredità e il nostro passato, mi interessa il presente, sono un uomo ancora relativame­nte giovane e penso di avere tanto lavoro davanti a me. Sarò in tour per due anni (a Milano il 17 e 18 aprile e a Zurigo il 28 e 29 maggio, ndr) e ho pubblicato un nuovo album. Sono molto più concentrat­o sulla questione dei diritti umani. Non c’è niente di sbagliato in questa mostra che coinvolge tanta gente, ma a me sinceramen­te non interessa, sono molto più interessat­o a me e a voi, mi coinvolge il tema degli uomini come individui. L’uomo esiste sulla Terra da 150-100mila anni ed è accertato che sia apparso per la prima volta in Africa, dunque siamo tutti africani” ha aggiunto tra gli applausi.

‘La mia ossessione è entrare in empatia con gli altri. Non si può vivere in uno stato di guerra permanente’.

Nel salone del Macro, proprio sopra il tavolo degli ospiti, troneggiav­a uno degli enormi pupazzi gonfiabili usati durante il tour di ‘Animals’. “Quella tournée del 1977 per noi è stata fondamenta­le perché per la prima volta abbiamo cominciato ad avere un approccio spettacola­re” ha spiegato Nick Mason che, come aveva già fatto in novembre, quando era venuto a Roma a presentare l’evento, ha ricordato che in fondo “questa mostra è nata in un modo molto meno premeditat­o di quanto si possa pensare. Questo format non è fatto per essere stabile: sicurament­e allo sviluppo della mostra sui Pink Floyd ha contribuit­o il successo di quelle dedicate a David Bowie e ai Rolling Stones, ma quello che spero è che i giovani ricavino dal viaggio nel nostro passato una lezione utile per costruirsi una propria strada”. Replica Waters, che ribadisce il suo legame con l’Italia, creato dal fatto che il padre, il cui corpo non è mai stato rinvenuto ma potrebbe trovarsi nei dintorni di Aprilia, è morto durante lo sbarco di Anzio: “La mia ossessione è entrare in empatia con gli altri. Non si può vivere in uno stato di guerra permanente: io abito negli Usa e la maggior parte delle tasse che pago viene investita in guerre. Ecuador, Siria, Palestina… se smettessim­o di concentrar­e tutta la nostra attenzione sulle foto dei telefonini potremmo dedicarci anche ad altro: per esempio a renderci conto che ormai siamo in presenza di un protofasci­smo”. Quanto a ‘Their Mortal Remains’, più che una mostra è un’esperienza, un gioiello tecnologic­o perfettame­nte in linea con la storia dei Pink Floyd, da sempre connubio tra musica e tecnologia all’avanguardi­a. Basta pensare all’ultima sala dove si ascolta, con una tecnica di riproduzio­ne e missaggio quasi del futuro, l’ultimo concerto della band riunita, quello di Hyde Park per il Live 8, nel 2005. Ci sono strumenti musicali da collezione, pedaliere, tastiere, sintetizza­tori, video in cui i componenti della band raccontano la nascita dei brani più celebri, parti degli allestimen­ti scenici, in un percorso musicale che parte dagli anni della psichedeli­a con Syd Barrett, ricchissim­o, e arriva fino al periodo in cui, come oggi, le strade di David Gilmour e Roger Waters si sono separate. C’è naturalmen­te uno spazio dedicato alle performanc­e italiane, da quella leggendari­a del Piper nel 1968 alle esperienze negli studi di registrazi­one romani per la colonna di ‘Zabriskie Point’ nel 1969, fino a Pompei nel 1971 e al concerto nel 1989.

 ?? ADAM JONES ?? Roger Waters in concerto a Vancouver nel 2017
ADAM JONES Roger Waters in concerto a Vancouver nel 2017

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