Ritorno alle origini
Ecco Emerson Etem, l’americano con sangue un po’ svizzero. Ieri le sue prime pattinate in bianconero.
Lugano – Il destino a volte sa essere alquanto bizzarro. Perché Emerson Etem, sul ghiaccio della Resega infine ci è arrivato, ma lo ha fatto quando forse aveva smesso di crederci davvero. Messo in disparte dal suo club oltre Oceano, il 25enne americano aveva deciso di emigrare in Svizzera per cercare una nuova sistemazione. Così, settimana scorsa, si è ritrovato a bussare alla porta del Lugano in cerca di un provino. Ma quella porta non si era aperta: nessun posto vacante alla Resega. Ha scelto di rimanere comunque in zona, allenandosi con i Rockets.
Le mie caratteristiche? ‘Sono un giocatore veloce e dinamico. Che cerca di puntare dritto a rete’.
L’infortunio di Klasen di venerdì ha però cambiato le carte in tavola, e il Lugano si è allora ricordato di lui. E ieri, con qualche giorno di ritardo, eccolo dunque lì con i suoi nuovi compagni: «Che non conosco ancora, ma che mi sembrano tosti, e sono persuaso che mi troverò bene in questo gruppo – osserva Etem –. Più che di un allenamento vero e proprio, per me si è trattato di una prima presa di contatto con questa nuova realtà». Un’avventura che per Etem ha anche un po’ il sapore di ritorno alle origini, visto che suo padre è in parte svizzero: «Nelle mie vene scorre anche sangue svizzero: con tutta probabilità i miei antenati portavano il cognome Item, poi trasformato in Etem una volta varcato l’Atlantico». La madre ha invece origini africane, ma ha fatto parte della Nazionale americana di canottaggio (con cui avrebbe dovuto prendere parte alle Olimpiadi di Mosca del 1980 se non ci fosse stato il boicotto degli atleti statunitensi). E canottaggio è anche lo sport scelto da suo fratello Martin, pure lui atleta d’élite.
Emerson per contro ha optato per il disco su ghiaccio, passando però dal rollerhockey, «che in California è uno sport molto popolare: sono diversi i giocatori che hanno iniziato sull’asfalto». Poi ha fatto carriera, approdando alla ribalta maggiore della Nhl, calcata in totale 196 volte, vestendo le maglie di Anaheim, New York Rangers e Vancouver. E dividendo a più riprese la scena con Luca Sbisa: «Luca è un mio buon amico: nei prossimi giorni mi metterò in contatto con lui e parleremo di questa mia avventura a Lugano. Ma se sono qui oggi non è dovuto a lui:
ho fatto tutto io e... il destino. Quel destino che non puoi prevedere o controllare; succede e basta. È per questo che non mi preoccupo di cosa farò domani o dopodomani, o dove giocherò la prossima stagione. Ora sono qui, a Lugano, e sono pronto a giocarmi fino in fondo l’opportunità che mi è stata data. È questo l’obiettivo su cui è focalizzata adesso la mia attenzione. E voglio divertirmi, succeda quel che succeda». Che giocatore è Emerson Etem? «Mi piace descrivermi come un giocatore veloce, dinamico, che punta dritto sulla porta».