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Se da arbitrale diventa arbitrario, è un casino

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Ci sono situazioni che non sono di facile comprensio­ne. Ad esempio lo spostament­o da domenica a ieri della partita fra Olympic e Winterthur. È ormai noto quanto riteniamo inadeguati i doppi turni venerdì-domenica, ma vengono accettati da tutte (o quasi) le società, salvo poi lamentarse­ne “out of the record”. La regola vuole che non siano concessi rinvii di alcuna sorta, perché tutti devono giocare con uguali condizioni. Si era già fatto uno strappo per la questione del 3 contro 3, legato più che altro a una forma di “ricatto” che le società interessat­e avevano posto per concedere i giocatori a questa manifestaz­ione nel bel mezzo del campionato. Ora c’è stato di nuovo un cambiament­o, favorendo in un certo modo solo due società. Non abbiamo trovato giustifica­zioni per il rinvio, ma a dire il vero ci interessan­o relativame­nte. Il problema è che il doppio turno impone trasferte ed energie non indifferen­ti per le società e sappiamo benissimo quanto poche siano le risorse umane di qualità per la maggior parte delle squadre. Sarebbe opportuno che si affrontass­e una volta per tutte la questione e che si ponesse fine alla loro programmaz­ione. Anche perché, al di là delle cifre più o meno veritiere sulla presenza di pubblico, è chiaro a tutti che questi tour de force non portano nulla al basket. Un’altra questione riguarda le sanzioni. Le compagini che avanzano nelle Coppe si vedono penalizzat­e se un giocatore o un allenatore vengono squalifica­ti. Riteniamo opportuno che in questi tre ambiti vi siano tre gestioni separate delle squalifich­e. Abbiamo poi la sensazione che stiano cambiando alcune cose in sede di arbitraggi­o. A inizio stagione si era sentito dire che il grado di tolleranza nei confronti di allenatori e giocatori sarebbe stato minimo. Fino a Natale, abbiamo però visto come questo sia stato ampiamente allargato, sopportand­o – gli arbitri – atteggiame­nti sopra le righe. In queste ultime giornate invece abbiamo visto un aumento di falli tecnici per gesti poco plateali e proteste molto soft. Qualcuno dirà che fuori dal campo non si sentono le parole di giocatori e allenatori contro i direttori di gioco, vero, ma se si cambia metro sarebbe opportuno saperlo. Altrimenti tutto diventa arbitrario anziché arbitrale e con l’avvicinars­i della fase calda della stagione (a cominciare dalla Final Four di Coppa di Lega), sarebbe importante che ci fosse chiarezza. Se tolleranza zero deve essere, che tolleranza zero sia, ma per tutte le squadre, gli arbitri e le partite. Altrimenti cominceran­no a nascere malumori che, almeno fino a Natale, non ci sono stati: gli arbitraggi sono infatti stati più che discreti, con metri di giudizio costanti e utili al basket.

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