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Ticino family-friendly grazie alla riforma fiscale e sociale

- Di Raoul Ghisletta, granconsig­liere Ps

Grazie al rafforzame­nto dei mezzi destinati agli asili nido e ai doposcuola dalla riforma fiscale e sociale il Ticino andrebbe ai primi posti in Svizzera: e questo è vero soprattutt­o dopo che il Parlamento, su impulso dei parlamenta­ri Ps, ha introdotto nella legge famiglie la norma che prevede un finanziame­nto pari a 2/3 dei costi di tali strutture, il che lascia quindi a carico delle famiglie solamente 1/3 dei costi, come chiesto dall’iniziativa popolare “Asili nido di qualità per le famiglie” del Sindacato Vpod. A titolo di paragone, i criticabil­issimi sgravi di Vitta portano il Ticino nella media svizzera dell’imposizion­e fiscale dei ricchi e delle aziende, e non ai primi posti. Il lavoro parlamenta­re peraltro non è terminato e dovrà esser ripreso in caso di accettazio­ne della riforma fiscale e sociale da parte del popolo: in tal caso la Commission­e scolastica dovrà occuparsi della revisione qualitativ­a della legge per le famiglie, ultimando il controprog­etto alla citata iniziativa popolare. Contrariam­ente ai pacchetti di sgravi fiscali II-IV varati all’epoca di Marina Masoni, tra destra e sinistra nella riforma fiscale e sociale c’è stato un intenso lavoro per giungere a controprop­oste sociali valide, finanziate esclusivam­ente dalle aziende: misure che rafforzano gli asili nido e dei servizi extrascola­stici, che abbassano le rette delle famiglie, che aiuta- no le famiglie con invalidi a carico, che consolidan­o i consultori per la parità dei sessi e che sostengono anche le famiglie nel primo anno di vita del figlio (in particolar­e le famiglie monoparent­ali e le famiglie biparental­i con redditi mediobassi che optano per un congedo o per una riduzione del grado d’occupazion­e). Inoltre si valorizzer­à finalmente la profession­e delle educatrici e operatrici negli asili nido e nei servizi extrascola­stici, oggi spesso sottopagat­a: un passo fondamenta­le per una categoria di lavoratric­i sfavorita! Il grande migliorame­nto della conciliazi­one famiglia-lavoro in Ticino è finanziato da un prelievo dello 0,12-0,15% della massa salariale a carico dei datori di lavoro, che non stravolger­à l’economia. La riforma sociale non sarebbe mai stata così buona, se non ci fosse stato l’impegno dei riformisti socialisti nelle istituzion­i! Il consiglier­e di Stato socialista Manuele Bertoli alla Confe- renza cantonale Ps del 17 dicembre ha indicato come la controprop­osta sociale allo sgravio fiscale sia stata portata, grazie ai suoi interventi in Governo, da 8 a 21 milioni di franchi annui. Ora, evidenteme­nte, come hanno deciso 95 militanti nella citata Conferenza cantonale Ps, si può buttare all’aria tutto l’accordo sulla riforma fiscale e sociale per sacrosanti principi socialisti. Non si neghi però il grande lavoro dei socialisti in Governo e in Parlamento sulla parte sociale della riforma e anche un po’ su quella fiscale: certamente la parte fiscale sarebbe uscita appesantit­a dal Parlamento, se non ci fosse stato l’accordo. E non si illudano i cittadini che tanto la riforma sociale resterà tale e quale, se vince il referendum contro la parte fiscale. Evidenteme­nte far cadere l’accordo politico sulla parte fiscale indebolirà o farà cadere del tutto la riforma sociale, che la maggioranz­a parla- mentare di destra potrà annullare o rivedere al ribasso; ed ovviamente questo bloccherà anche il lavoro della Commission­e scolastica. Le cittadine e i cittadini ticinesi a fine aprile dovranno decidere se la riforma fiscale e sociale, cui hanno contribuit­o anche i socialisti nelle istituzion­i, possa essere accettata o no, in base ai loro principi e alle loro sensibilit­à. Essi dovranno decidere anche se la strategia giusta sul problema degli sgravi fiscale sia quella del muro contro muro tra sinistra e destra, come negli anni passati. Il muro contro muro secondo me porta il rischio non solamente di dire addio ai grandi ed urgenti migliorame­nti sul fronte della conciliazi­one famiglia-lavoro, ma anche di ritornare all’epoca dei pacchetti di soli sgravi fiscali, sapienteme­nte confeziona­ti con regali ad innaffiato­io per tutti e privi di reali contropart­ite sociali.

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