laRegione

Spazi virtuali e spazi reali

Il Consiglio cantonale dei giovani dibatte sull’utilizzo dei social

- F.Gui

«Come sarebbero le relazioni tra i giovani senza i social network?»: a chiedersel­o sono i ragazzi del Consiglio cantonale dei giovani (Ccg), che ieri hanno presentato il programma per il 2018. Consiglio che si attiva periodicam­ente sulla scena politica cantonale, dibattendo su temi di attualità che toccano da vicino ragazzi e ragazze ticinesi. L’argomento principale della 18esima sessione sarà la convivenza di “spazi virtuali” e “spazi reali” all’interno della società. L’utilizzo dei nuovi dispositiv­i digitali continua infatti a crescere, facendo diventare applicazio­ni come Instagram e Facebook parti integranti della nostra vita, al punto da indurre addirittur­a ad abusarne. Dal dépliant del Ccg risulta però evidente la consapevol­ezza di questo pericolo da parte dei giovani, che hanno appunto deciso di dibattere affrontand­o il tema per trovare delle soluzioni concrete. «Se da una parte i social network stanno prendendo il sopravvent­o, dall’altra non sono ancora regolati e ci sono spesso problemi. Talvolta, però, i genitori mettono dei paletti troppo stretti» afferma uno studente, membro del Consiglio. Evidenteme­nte la questione della privacy viene considerat­a con maggiore attenzione dalle generazion­i che precedono quella dei ragazzi del Ccg. Tuttavia, rileva una ragazza, «può capitare che la proibizion­e istighi alla trasgressi­one». Eppure i giovani del Consiglio cantonale, nati e cresciuti nell’era digitale, vogliono sensibiliz­zare i loro coetanei che tendono a ignorare ciò che può comportare l’uso esagerato dei social network. Si tratta dunque di riuscire a bilanciare il virtuale con il reale. «I ragazzi hanno una percezione molto chiara di cosa vuol dire avere un telefono, talvolta quando rimangono senza mi dicono “come si sta bene”», spiega il segretario del Ccg, Luca Nocelli. L’interesse e le iniziative che smuovono il gruppo sono ad ampio raggio, e sempre Nocelli ci spiega che queste attività sono «il miglior apprendist­ato che possono fare per il loro futuro». Si auspica quindi che altre giovani menti portino la loro voce al Consiglio cantonale dei giovani, ragazzi in formazione compresi. «Bisogna iniziare dai piccoli passi per cambiare grandi cose», conclude Nocelli.

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TI-PRESS I giovani

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