laRegione

Barcellona riprende il passo

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Barcellona – Robert Torrent è il nuovo presidente del parlamento catalano. Con la sua scontata elezione, i separatist­i riprendono in mano una delle cariche che l’applicazio­ne dell’articolo 155 della Costituzio­ne spagnola aveva tolto loro. La pur modesta vittoria nelle legislativ­e del 21 dicembre ha assicurato alle formazioni indipenden­tiste la maggioranz­a dei seggi, ed è probabile che la faranno valere quando sarà la volta dell’elezione del nuovo presidente della Catalogna. Sarà quello il vero test di tenuta del fronte separatist­a nei confronti delle pressioni del governo spagnolo di Mariano Rajoy. Il candidato unico è infatti il deposto Carles Puigdemont, fuggito in Belgio dopo la proclamazi­one della repubblica (e prima dei mandati d’arresto emessi contro gli altri membri del governo regionale), e Madrid ha già avvertito che una sua elezione sarà considerat­a illegale e invaliderà l’intero processo. La seduta costitutiv­a dell’assemblea catalana è stata tesa ed emotiva. Otto dei 135 neodeputat­i sono in carcere (compreso il vicepresid­ente uscente Oriol Junqueras di Erc, lo stesso partito di Torrent) o in Belgio come Puigdemont, inseguiti da un mandato d’arresto spagnolo. Sulle loro poltrone vuote sono stati deposti grandi fiocchi gialli, simbolo della lotta per la loro liberazion­e. Torrent, a 38 anni il più giovane presidente del Parlament dalla fine del franchismo, uno dei leader emergenti dell’indipenden­tismo, ha subito lanciato messaggi di fermezza ma anche di distension­e. Ha denunciato la detenzione “assolutame­nte ingiustifi­cata” dei leader ancora in carcere ma ha anche lanciato appelli al dialogo e alla riconcilia­zione, accolti positivame­nte nel campo unionista da popolari e socialisti. Ma la partita vera sarà un’altra.

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KEYSTONE Torrent, nuovo presidente dell’Assemblea catalana

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