L’atomica, quando serve
Il Pentagono ha un piano che contempla il ricorso al nucleare in caso di guerra convenzionale Manca solo la firma di Trump sulla nuova strategia. La ‘bomba’ verrebbe utilizzata anche in risposta ad attacchi informatici.
Washington – Donald Trump riapre l’era atomica. Dopo aver messo sul piatto 1’200 miliardi di dollari per ammodernare un arsenale nucleare che giudica oramai inadeguato, il presidente statunitense ha incaricato il Pentagono di elaborare un nuovo piano strategico che comprenda il ricorso alla bomba atomica anche per rispondere a minacce che non siano di tipo nucleare, compresi i cyber-attacchi in grado di paralizzare la vita di un Paese. La bozza della Nuclear Posture Review è già sulla scrivania dello Studio Ovale e manca solo la firma di Trump, attesa nelle prossime settimane. La strategia radicale che vi è contenuta rischia, a detta di molti analisti, di assottigliare pericolosamente la linea di confine tra nucleare e convenzionale, rendendo l’ipotesi di un futuro conflitto atomico più probabile. Il piano, che ha già ricevuto l’ok del segretario alla Difesa James Mattis, prevede infatti un rafforzamento dell’arsenale nucleare statunitense dotandolo di nuovi ordigni “a basso potenziale”: devastanti ma non catastrofici come le superbombe. Meno efficaci in termini di deterrenza, ma adeguati a conflitti veri. Bombe per le quali premere il “bottone rosso” potrebbe dipendere da procedure meno laboriose delle attuali. Così il ricorso alle “atomiche light” potrebbe avvenire anche nel caso di un’offensiva non nucleare contro gli Usa e i loro interessi o i loro alleati. Una fattispecie nuova, che comprende eventuali massicci cyber-attacchi capaci di compromettere la funzionalità della rete elettrica, delle telecomunicazioni o di internet. Una netta inversione di tendenza rispetto alla dottrina Obama, che nel 2009 a Praga auspicò l’abbandono delle atomiche, insistendo per otto anni sulla necessità di incentivare la non proliferazione e la riduzione degli armamenti atomici. Ma Obama fino all’ultimo fu anche tentato dal ripudiare per sempre il principio del “first strike”, il diritto rivendicato dagli Usa di ricorrere per primi alla forza nucleare. Ciò che non gli fu consentito, circoscrivendo il suo intervento a limitare quel diritto solo a “circostanze estreme”, come un attacco nemico con armi batteriologiche. Nella nuova dottrina Trump il concetto di “circostanze estreme” verrebbe invece esteso fino a dare mano del tutto libera alla Casa Bianca. “Dobbiamo guardare alla realtà negli occhi – sostiene il Pentagono – e vedere il mondo come è davvero, non come vorremmo che fosse. Facendo valutazioni realistiche sulle minacce che oggi ci circondano”. Tirate fuori le atomiche.