Semisvincolo, il Ps cantonale sostiene il referendum
A maggioranza il comitato ha deciso di sostenere il referendum annunciato dai Verdi
Con 16 voti a favore del referendum e 9 per la libertà di voto il Comitato cantonale del Partito socialista, riunito ieri sera a Massagno, ha deciso di scendere in campo contro il semisvincolo di Bellinzona sostenendo il referendum che i Verdi lanceranno qualora settimana prossima il Gran Consiglio votasse il credito di costruzione pari a 65 milioni. Tale referendum – il secondo dopo quello del 2012, lanciato allora contro il credito di progettazione (2,5 milioni) che la popolazione ticinese ha però avallato nell’urna col 50,84% di sì – oltre che dal Ps verrebbe sostenuto anche dal Movimento per il socialismo (Mps). La decisione del Comitato cantonale è giunta al termine di un confronto fra il deputato Bruno Storni (che ha portato le riflessioni contrarie al semisvincolo maturate, a maggioranza, in seno al gruppo parlamentare che settimana prossima voterà ‘no’ in Gran Consiglio) e Renato Züger (capogruppo della Sinistra nel Consiglio comunale della Bellinzona aggregata e per l’occasione portavoce sezionale); sua la richiesta di libertà di voto sottoposta al Comitato cantonale. Storni ha evidenziato le criticità del progetto: risalenti ai decenni passati, non sarebbe in grado di produrre gli effetti positivi immaginati per migliorare la viabilità in entrata/uscita da Bellinzona. Dal canto suo Züger ha rimarcato le divergenze di opinioni in seno al Ps di Bellinzona: da una parte i contrari, oggi come nel 2012, e dall’altra i favorevoli, specie domiciliati nel comparto sud fra Centro e svincolo di Camorino, tratto quotidianamente percorso da decine di migliaia di pendolari motorizzati; pure da considerare l’esito positivo della votazione popolare del 2012, quando il Bellinzonese si schierò massicciamente a favore dell’opera. Prevista da 30 anni – con progetto generale approvato da Berna nel 2006 optando per il solo accesso/uscita da/per sud – settimana prossima dovrebbe essere avallata dalla maggioranza parlamentare, visto l’ampio sostegno ricevuto dalla Commissione della Gestione. Il costo è a carico della Confederazione per il 25%, del Cantone per il 56,25% e dei Comuni dell’agglomerato per il 18,75 per cento. Quanto alla sezione Ps di Bellinzona, il presidente Gilbert Jorio spiega alla ‘Regione’ che una decisione – se sostenere o no l’eventuale referendum, o se lasciare a sua volta libertà di voto – sarà presa dall’assemblea in agenda l’11 aprile. Proprio il Ps della vecchia Bellinzona, ricordiamo, nel 2012 si era distanziato dal progetto. I municipali di allora Roberto Malacrida (oggi ancora in carica) e Mauro Tettamanti avevano aderito al comitato interpartitico promotore del referendum, mentre il sindaco Mario Branda (pure contrario al progetto) aveva adottato un atteggiamento meno profilato nel nome della collegialità municipale. Non è dato sapere se le singole posizioni siano nel frattempo mutare considerati l’avvento dell’aggregazione e l’affinamento del progetto, che in virtù del migliorato trasporto pubblico rinuncia all’autosilo di attestamento in via Tatti.