Un incontro segreto
Un episodio inedito: quando Maria José chiamò Elio Vittorini per salvare la Monarchia
Demetrio Vittorini, figlio di Elio, racconta per noi un episodio sfuggito alla Storia e da lui riscoperto. Nei giorni in cui crollava il fascismo e anche agli occhi di Maria José i Savoia parevano screditati, la principessa contatta l’autore più influente, che con ‘Conversazione in Sicilia’ aveva raccontato gli anni plumbei del regime...
La notizia della morte del Re d’Inghilterra arrivò in Italia e mio padre fu molto dispiaciuto. Il Re era Giorgio VI, quel gentiluomo, un tempo balbuziente, che, per volontà del Parlamento, salì al trono per sostituire il fratello, Edoardo VII, filonazista e innamorato di un’avventuriera dal passato scandaloso. Giorgio fu il Re della Seconda Guerra mondiale, quando gli inglesi ebbero a detta di Churchill un tempo eroico, il loro tempo migliore. «Era un vero signore». Disse Elio e ricordò l’episodio di quando il Re volle risparmiare la seconda molotov durante un’esercitazione. Dopo la caduta della Francia, l’Inghilterra si preparava a una minacciata e possibile invasione tedesca e i preparativi si facevano anche per eventuali scontri nelle strade. Per il Re la prima molotov, lanciata dall’istruttore che doveva addestrare alla guerriglia, bastava come dimostrazione. «Tenga la seconda, potremmo averne bisogno presto». Elio, che per tutta la vita fu lettore e cultore della Bibbia, ricordò anche come il Re avesse citato il salmista: “Dio nostro scudo, rifugio e salvezza”, sia come invocazione e preghiera all’inizio della guerra, sia alla fine, per ringraziare della vittoria. Elisabetta II fu acclamata e incoronata regina e confessor fidei. Elio, felice, volle dire che nel paganesimo dilagante l’Inghilterra restava, almeno formalmente, un paese con tradizioni e rituali cristiani. Poi, improvvisamente, disse: – Come sarebbe bello se anche in Italia avessimo una regina.
Comunista e monarchico?
Restammo sorpresi; alcuni di noi allibiti. Ma Elio Vittorini, comunista, (a quel tempo lo era anche se mai iscritto al partito) era anche monarchico? Fu allora
Ginetta che raccontò questo episodio. Primavera del 1943. Mussolini aveva proclamato, in uno dei suoi ultimi discorsi, che il nemico non avrebbe neppure toccato l’Italia sul bagnasciuga. Elio misteriosamente fece un viaggio in Sicilia in giugno. Non ne parlò mai. Disse solo che andò a trovare la famiglia a Siracusa. Ma era già nella resistenza. In luglio gli alleati sbarcarono in Sicilia. Poi ci fu l’8 settembre and all that. E “that” fu la vergogna di Badoglio e della monarchia. Ma qualcuno l’aveva previsto. Fu prima del misterioso viaggio in Sicilia, forse nel maggio, forse anche prima, che Elio fu accostato in corso Venezia, a Milano, nelle vicinanze dei giardini, da due signori benvestiti che gli chiesero gentilmente di seguirli e di non fare parola a nessuno di chi avrebbe visto. Elio si fidò e fu scortato (si trattava di due scudieri) in un appartamento elegante in una traversa di Corso Venezia. Qui si trovò faccia a faccia con Maria José del Belgio, moglie di Umberto di Savoia, principe di Piemonte ed erede al trono. La principessa fu molto gentile col suo ospite. Aveva già dichiarato che Elio Vittorini era il suo scrittore preferito. Lo disse sia prima che dopo la guerra e continuò poi a dirlo anche dal suo esilio di Ginevra. All’ospite disse come fosse entusiasta di ‘Conversazione in Sicilia’, e poi venne al sodo. La guerra, dopo Stalingrado, era perduta per l’Asse; la principessa era nata in Belgio, paese invaso e occupato dalla Germania, sia nella prima che nella seconda guerra europea, e non poteva provare simpatia per l’esercito tedesco. Poi disse che i Savoia erano compromessi col fascismo. Il re aveva firmato le leggi razziali. Infine fece la domanda che le premeva: “La sinistra italiana avrebbe considerato una reggenza di lei, Maria José, per il figlio Vittorio Emanuele?”. Voleva salvare la monarchia. Elio ebbe un’impressione molto favorevole, ma cosa poteva rispondere? Disse che non poteva parlare per la sinistra che non aveva ancora un programma per il dopoguerra. Fu congedato con molta urbanità, ma prima che se ne andasse la principessa gli chiese di firmare la sua copia di ‘Conversazione…’. Mi chiedo adesso se questa copia esista ancora.