La rivincita dei quarterback ‘normali’
Nick Foles, Blake Bortles e Case Keenum. Alzi la mano chi avrebbe immaginato che con questi tre quarterback in cabina di regia Philadelphia, Jacksonville e Minnesota sarebbero riuscite ad arrivare fino alle finali di conference. Pochi o nessuno, perché in tutti e tre i casi si tratta di quarterback per lo meno di seconda fascia, lontani anni luce dalla grandezza di Tom Brady (quando la stagione è agli sgoccioli lui c’è. Sempre). Keenum gioca per gli infortuni di Bridgewater (devastante) e Bradford, Bortles da anni è a rischio esonero e Foles, dopo una buona stagione con gli Eagles e tante delusioni con Rams e Chiefs, aveva deciso per il ritiro prima di venir contattato ancora da Philadelphia per il ruolo di riserva ed essere proiettato a titolare dopo l’infortunio di Carson Wentz lo scorso 10 dicembre. Tre finalisti quanto meno improbabili, ma ai quali va riconosciuto il merito di aver saputo cogliere l’attimo, al cospetto di mostri sacri quali Ben Röthlisberger (due titoli), Matt Ryan (finalista lo scorso anno) e Drew Brees (l’unico con Manning e Favre ad aver lanciato per oltre 70’000 yarde in carriera). A ben guardare, in semifinale ci sono arrivate le squadre che ci si aspettava (Jacksonville a parte), il che dimostra come la vittoria non stia sempre e solo nelle mani del quarterback, ma spesso e volentieri sia prerogativa della difesa (non a caso Minnesota è numero 1, Jacksonville 2 e Philadelphia 4). La sfida più spettacolare è stata quella di Pittsburgh (ha generato 24 “big play”, il doppio rispetto alle altre). Le Killer Bees degli Steelers hanno punto (5 td per Big Ben, 2 per Brown e Bell, uno per Bryant), ma non è bastato contro le corse di Fournette (109 yarde) e la difesa dei Jaguars. Nella memoria collettiva degli appassionati ci finirà però Minnesota-New Orleans. Finita con una giocata finale che entrerà nei libri di storia al pari di Music City Miracle, The Catch e The Drive. Dopo l’allungo “viola” (17-0 alla pausa) e la rimonta di New Orleans, negli ultimi 2’20” il vantaggio è cambiato quattro volte, con i Saints che sembravano aver chiuso la contesa con un fieldgoal a 1’04” dalla fine. E invece, con 10” sul cronometro, il lancio della disperazione di Keenum ha trovato la ricezione di Diggs e il clamoroso errore tecnico del safety Williams sul tentativo di placcaggio che ha permesso al ricevitore di Minnesota di mettere a segno un touchdown da 61 yarde a tempo scaduto. Epico! Adesso la semifinale contro Philadelphia promette scintille, mentre a Jacksonville servirà un secondo miracolo per vincere a New England. Possibile? Molto improbabile, ma gli ultimi 10” di Minnesota dimostrano che nulla può essere dato per scontato.