Fu la salmonella
Berlino – Dopo quasi 500 anni di mistero, alcuni scienziati hanno scoperto che a causare la morte di 15 milioni di aztechi dopo l’arrivo degli europei nei loro territori è stata la salmonella enterica. A sostenerlo è uno studio dell’Università di Tubinga, in Germania. Il disastro colpì la nazione azteca, situata nell’attuale territorio del Messico e in parte del Guatemala, nel 1545, quando la gente cominciò ad avere febbre alta, mal di testa e sanguinamento dagli occhi, dalla bocca e dal naso. La morte generalmente seguiva in tre o quattro giorni. Nell’arco di cinque anni, ben 15 milioni di persone, circa l’80% della popolazione, sono state spazzate via dall’epidemia che i locali chiamavano “cocoliztli”, che significa pestilenza nella lingua azteca nahuatl. Analizzando il Dna estratto da 29 scheletri, gli scienziati hanno trovato tracce del batterio della salmonella enterica della varietà Paratyphi C, noto per causare la febbre enterica, di cui il tifo è un esempio. Secondo il gruppo di ricerca, molti ceppi di salmonella si diffondono attraverso cibo o acqua infetti e potrebbero aver viaggiato in Messico con animali domestici portati dagli spagnoli. Con lo studio, gli scienziati hanno definitivamente scartato tra le cause del disastro il vaiolo, il morbillo, la parotite e l’influenza.