laRegione

‘Un paio di casi gravi a giornata’

Violenza sportiva, la Federazion­e calcio sanziona regolarmen­te allievi e attivi. Si prova a sensibiliz­zare

- Di Chiara Scapozza e Federica Guidi

Multe e squalifich­e non bastano. Biancardi: ‘Anche perché uno dei grossi problemi sono i genitori’.

«Dipende dal periodo di campionato, perché a fine stagione le cose precipitan­o... Ma diciamo che normalment­e i casi gravi su cui dobbiamo chinarci ogni domenica sono due o tre, sia a livello di allievi che di attivi». A Fulvio Biancardi, presidente della Federazion­e ticinese di calcio, abbiamo chiesto di quantifica­re il fenomeno. E dalla risposta si capisce l’urgenza di mettere un freno a una situazione che ha raggiunto l’apice (si spera) nel maggio dell’anno scorso, quando un giocatore ha sferrato un pungo all’arbitro e la Federazion­e ha sospeso per una giornata tutti i campionati di calcio giovanile. Caso emblematic­o e risposta forte, con tanto di inasprimen­to delle sanzioni (multe e giornate di sospension­e). «Un giro di vite che ha avuto, almeno inizialmen­te, un effetto deterrente». In realtà non sono cifre o punizioni realmente in grado di far cambiare le abitudini... «Abbiamo un tariffario – spiega il presidente –. Se ad esempio il giocatore dice “scemo” all’arbitro, prende il cartellino rosso e sta fuori due giornate (pagando 100 franchi per l’insulto oltre ai 30/60 per il cartellino rosso, ndr). Di questi casi ne registriam­o una ventina ogni giornata. Poi ci sono quelli gravi, che vengono segnalati alla Federazion­e dall’arbitro: rissa, pestaggio, intervento di spettatori ecc. In questi casi è la nostra Sezione disciplina­re a decidere la sanzione». La stessa Federazion­e è conscia che queste misure non bastano: occorre lavorare sul lungo termine, educando sui valori dello sport le nuove generazion­i, e i loro genitori. Perché «uno dei grossi problemi del calcio giovanile sono proprio i genitori», rileva il presidente nel presentare alla stampa le iniziative intraprese dal gruppo di lavoro ‘Fairness’, che opera in collaboraz­ione con il Dipartimen­to educazione, cultura e sport. Gli scontri di domenica alla Valascia hanno di nuovo dimostrato – semmai ce ne fosse ancora bisogno – che il lavoro da fare sul piano della sensibiliz­zazione resta immenso. Anche il direttore del Decs Manuele Bertoli richiama i recentissi­mi fatti di Ambrì: «Lo sport perde la sua anima se si mischia con questi comportame­nti. La questione del fair play dentro e fuori dal campo di gioco è dunque molto importante e occorre continuare a impegnarsi per questi valori». Tra le misure adottate dal ‘Fairness’ anche una carta etica inviata a tutte le società, da far sottoscriv­ere non soltanto ai tesserati, ma anche ai genitori (leggi a lato). Alle società è stato inoltre proposto un cartellone da esporre in campo, nel quale si invita alla sportività. Infine sono stati coinvolti gli allievi delle classi terza, quarta e quinta elementare del Ticino e del Grigioni italiano nella partecipaz­ione al concorso con un disegno corredato di uno slogan. «Si spera – conclude Biancardi – che questo costituisc­a anche una buona opportunit­à per sensibiliz­zare i ragazzi e le ragazze indipenden­temente dalla loro iscrizione a una società sportiva di calcio».

 ?? TI-PRESS ?? Il pugno all’arbitro a maggio 2017 è servito a segnare una svolta
TI-PRESS Il pugno all’arbitro a maggio 2017 è servito a segnare una svolta

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland