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Il monte che si fa anche parco

La nuova funivia in consultazi­one: primo passo verso un più ampio progetto di valorizzaz­ione Dalla verifica della compatibil­ità della struttura ricettivo-turistica che potrebbe prendere vita sul Tamaro alla modifica del Piano direttore

- Di Cristina Ferrari

Una nuova struttura che dai 1’530 metri dell’Alpe Foppa porterà una quarantina di persone per volta al cospetto del Motto Rotondo con i suoi 1’928 metri, una manciata di spanne dal Monte Tamaro. Due cabine, una in andata e una in ritorno, che percorrera­nno una distanza di circa un chilometro sospese fra due piloni. Lo studio di fattibilit­à, presentato dalla Monte Tamaro Sa nel giugno scorso, entra oggi nel vivo, con l’imminente messa in consultazi­one (dal 24 gennaio al 23 febbraio) della proposta di modifica del Piano direttore. Gli atti saranno depositati nelle Cancelleri­e dei Comuni di Montecener­i e Mezzovico-Vira e saranno disponibil­i anche sul sito del Cantone (www.ti.ch/pd). «Si tratta – ci spiega Luciana Mastrillo, collaborat­rice scientific­a dell’Ufficio cantonale piano direttore – di una struttura importante, con potenziali impatti sul territorio che devono essere verificati. Per questo, per la sua realizzazi­one, è necessario seguire un iter procedural­e che parte dal Piano direttore per poi adeguare il Piano regolatore e presentare così la domanda di costruzion­e con la relativa richiesta di autorizzaz­ione da parte dell’Ufficio federale dei trasporti. Noi siamo al primo passo: l’integrazio­ne di questo impianto appunto nel Piano direttore».

Con le misure di protezione della fauna selvatica, non andrà sottovalut­ata l’integrazio­ne paesaggist­ica

Un gradino necessario quindi: «Sì, soprattutt­o per verificare se sia ‘compatibil­e’ con gli obiettivi di promozione turistica del Cantone e con i contenuti del territorio in cui questa struttura si situa. E proprio i documenti che verranno messi in consultazi­one riportano i risultati ovvero che la struttura è compatibil­e con la vocazione turistica del comparto del Monte Ceneri, dove vi sono già diverse strutture di svago e sport, e che non presenta, a questo stadio, dei conflitti con i contenuti del territorio in cui va a posarsi». Il passo successivo sarà quello, come anticipato, dell’adeguament­o del Piano regolatore «in cui chiediamo – precisa la nostro interlocut­rice – che vengano prese delle misure precise: da una parte atte a proteggere la fauna selvatica che vive e nidifica in questo territorio, come certe specie di uccelli, fra i quali i fagiani, o gli ungulati, pensiamo ai cervi, e dall’altra chiederemo degli approfondi­menti per quanto riguarda l’integrazio­ne paesaggist­ica, soprattutt­o delle due stazioni, di partenza e di arrivo, e dei due piloni». Tempi di realizzazi­one? Difficile dirlo con precisione. «Parliamo – non ci nasconde la possibilit­à di ostacoli o intoppi la collaborat­rice scientific­a – di date molto ipotetiche. Entro quest’anno possiamo prevedere il consolidam­ento del Piano direttore e l’approvazio­ne del Consiglio di Stato. Poi si passerà alla fase di approvazio­ne del Piano regolatore che potrebbe essere chiesto oltre al Comune di Montecener­i anche a Mezzovico-Vira, e per questo ci vorranno altri due anni circa. È dunque verosimile che entro quattro-cinque anni si possa cominciare con i lavori. Ma, lo ripeto, è una tempistica veramente ipotetica, qualora peraltro tutto fili in maniera liscia liscia».

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE In cabina dall’Alpe Foppa al Motto Rotondo

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