No a No Billag, senza se e senza ma!
La Svizzera italiana genera il 4% dei proventi della tassa di ricezione e ne riceve il 22%: questo è federalismo tipicamente svizzero, che garantisce una corretta e capillare informazione in tutte le lingue nazionali. Dobbiamo esserne fieri, soprattutto noi ticinesi che apparteniamo ad una minoranza; è un formidabile esempio di coesione nazionale, oggi messa in seria difficoltà dall’iniziativa No Billag. Infatti, il grande rischio – se non la certezza – è che l’abolizione del canone determini la fine della radiotelevisione pubblica e pure quella promossa dal settore privato. Certo, sarà così: perché il 75% degli introiti annuali di Ssr Srg deriva proprio dal canone. Impensabile, seppur ipotizzando riorganizzazioni e risparmi, che unicamente grazie alle restanti entrate pubblicitarie si possa realizzare un servizio informativo e di intrattenimento completo e di qualità! La posta in palio è pertanto elevata e il pericolo molto alto. Come in ogni ambito, anche la Rsi è suscettibile di miglioramenti perché non tutto, a Comano e Besso, è impeccabile. Ma questa votazione non è da intendere quale valutazione del suo operato: ciò andrà fatto – con regolarità e spirito critico – in un secondo momento. Vanno tuttavia sin d’ora sottolineati gli sforzi che non solo la Rsi fa per proporre programmi diversificati e variegati, per tutte le età e gli interessi, con un’impronta più legata – rispetto al passato – al territorio e alla sua gente (senza peraltro cadere nel localismo). Vogliamo gettare via tutto questo? Non possiamo e non dobbiamo permettercelo. È a repentaglio una visione della nostra vita basata sulla solidarietà nazionale e sulla qualità dell’informazione, equidistante, pluralista e non manipolata: l’essenziale per sviluppare il necessario spirito critico e costruttivo nei cittadini. Questo discorso, appunto, vale a maggior ragione per una realtà periferica come il Ticino, che – in caso di approvazione dell’iniziativa – rischia di ritrovarsi senza un’adeguata copertura mediatica; sarebbe un’inaccettabile involuzione culturale. Quindi mobilitiamoci e respingiamo con fermezza l’iniziativa No Billag!