La No Billag fai da te
Sono in aumento i solleciti e le denunce di chi già oggi evita di pagare il canone radiotelevisivo Molti utenti dichiarano di non possedere apparecchi che in realtà hanno. Anche i partiti opposti all’iniziativa chiedono alla Ssr di cambiare.
Berna – L’anno scorso Billag ha promosso 2’247 denunce per violazione dell’obbligo di pagamento del canone radiotelevisivo: in cinque anni il numero è triplicato, ha riferito ieri la ‘SonntagsZeitung’. Il domenicale ha fatto anche il punto sulla campagna di votazione relativa all’iniziativa No Billag: fra i partiti sembrerebbe farsi strada l’opinione che – indipendentemente dal risultato del 4 marzo – la Ssr dovrà cambiare rotta. In rapporto al numero complessivo di economie domestiche e di aziende che hanno annunciato di possedere un apparecchio radio o tv la cifra delle denunce è molto bassa, ha indicato all’Ats il portavoce della società di riscossione, Dominik Müller. Negli ultimi tempi l’impresa ha dovuto in particolare confrontarsi con i casi di coloro che affermano di avere solo la radio o solo la televisione: in realtà le possiedono entrambe e – nonostante siano stati più volte informati – si rifiutano di ammetterlo. Vi sono poi coloro che si sono correttamente annunciati ma non saldano le fatture. Nel 2017 Billag ha spedito 5,2 milioni di polizze di versamento (contro i 4,2 milioni del 2012): i solleciti (primo, secondo, terzo) sono stati un milione, per una somma complessiva di 335 milioni. Stando all’azienda circa il 10% delle fatture non viene onorato al primo invio: una quota analoga, se non inferiore, a quella per i premi dell’assicurazione malattia, sostiene Müller. L’anno scorso Billag ha inoltre avviato 61mila procedimenti esecutivi, per 24 milioni totali. Billag presto non sarà più competente per l’incasso: il mandato è stato affidato nel marzo 2017 alla società zurighese Serafe, che agirà dal 2019. Sempre che il 4 marzo il popolo non approvi l’iniziativa che vuole sopprimere il canone radiotelevisivo. A questo proposito, stando alla ‘SonntagsZeitung’, nonostante l’ultimo sondaggio che prevede un no a “No Billag”, sempre più esponenti politici ritengono che non si possa andare avanti come prima. Persino il Ppd – partito considerato molto vicino alla Ssr, ha scritto il giornale – punta a imporre una cura dimagrante. “Serve un dibattito sul servizio pubblico, sulla grandezza della Ssr e sul suo orientamento in materia di contenuti”, ha affermato il presidente democraticocristiano Gerhard Pfister. Altri esponenti di spicco come la consigliera nazionale Kathy Riklin o il collega agli Stati Beat Vonlanthen auspicano apertamente un ridimensionamento. Una posizione critica assunta anche da parte del Plr. Per la presidente Petra Gössi già oggi è chiaro che il canone, che dall’anno prossimo dovrebbe essere di 365 franchi, va abbassato ulteriormente.