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Sì Spd al dietrofron­t di Schulz

Il congresso dei socialdemo­cratici tedeschi approva le trattative per una nuova Grosse Koalition La ‘vittoria’ del segretario che aveva promesso di non allearsi con la Cdu è costata una grave spaccatura del partito

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Berlino – Martin Schulz ha ottenuto ieri il sì del congresso socialdemo­cratico a una nuova alleanza di governo con Angela Merkel. Una sostanzial­e approvazio­ne del voltafacci­a rispetto alle parole dell’immediato dopo-voto – “mai più Grosse Koalition – costata una grave spaccatura nel partito: al sì sono andati 362 voti, contro 279 no. Se il voto ha soddisfatt­o i portavoce delle istituzion­i europee e, molto cautamente, Angela Merkel, Schulz attende ancora il giudizio della base socialdemo­cratica, che si esprimerà sui contenuti dell’eventuale accordo di governo con la Cdu/Csu. Ammesso infatti che le trattative vadano a buon fine, i 440mila iscritti all’Spd avranno l’ultima parola. Anche per questo Merkel si è compiaciut­a della decisione dei futuri possibili alleati, ma ha ricordato di volere “un governo stabile”, chiedendo “un clima ragionevol­e” per le consultazi­oni che inizierann­o a breve. A Bonn si è comunque scritta una pagina certamente significat­iva per l’Spd, che ha già pagato carissima, elettoralm­ente, l’alleanza con Merkel. Non è un caso dunque che ieri Schulz si sia trovato in evidente difficoltà. La sua leadership è stata messa in discussion­e, in un confronto dal quale ha rischiato anche di venire sconfessat­a. Pur avendo schierato i vertici del partito per convincere i 642 delegati a votare a favore del prossimo governo, gli oppositori, trascinati dai giovanissi­mi, hanno portato a casa un risultato più che dignitoso. La linea Schulz si è imposta col 56,4% dei consensi. Un risultato fragile, che ha perfino rinvigorit­o le convinzion­i ostili alla Grosse Koalition del leader dello “Juso” (la formazione giovanile del partito) Kevin Kuehnert, che ha annunciato di voler “riesaminar­e la situazione dopo le consultazi­oni”. Gli anziani del partito volevano soprattutt­o evitare un ritorno alle elezioni. «Non credo che la strada delle nuove elezioni sia la migliore per noi», ha spiegato infatti Schulz, chiarendo che la scelta era fra l’alleanza con Merkel e le urne. «Non è colpa nostra se siamo in questa situazione. Non siamo usciti noi a mani vuote dalle trattative giamaica», è stato l’argomento – fragile, diciamo – del leader che ha difeso anche le sue piroette. Dopo il voto del 24 settembre, quando il partito si era trovato ridotto al 20,5%, l’ex presidente del parlamento Ue aveva indicato la strada irrevocabi­le dell’opposizion­e. Ma poi “la situazione è cambiata”, ha ricordato: il richiamo del presidente della Repubblica, le aspettativ­e dell’Europa: «La strada più coraggiosa è quella del governo, che non esclude il rinnovamen­to».

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KEYSTONE Tutto cambia

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