‘Prepotenza della partitocrazia’. ‘Ci attendiamo un cambiamento di rotta’
La decisione presa in Consiglio comunale di approvare il nuovo regolamento comunale “non era rappresentativa dell’opinione della popolazione. Perciò – evidenzia il coordinatore della Lega bellinzonese Sacha Gobbi in un comunicato – abbiamo voluto dare voce al popolo e abbiamo superato l’ostacolo del referendum malgrado tutte le difficoltà artificiali poste dal Municipio”. Il popolo “ha scritto una pagina di storia della nuova Bellinzona, bloccando la prepotenza della partitocrazia. Questa è stata sconfessata e delegittimata: abbiamo dimostrato che rappresenta soltanto la casta dei privilegiati. La vittoria conferma che siamo stati in grado di cogliere il pensiero e la sensibilità della cittadinanza meglio del Municipio cittadino”. Il 58% di ‘no’ rappresenta per l’Udc bellinzonese “una cifra ragguardevole se si pensa al peso dell’establishment partitico in campo. Ancora una volta la popolazione ha confermato che la politica deve rimanere un compito di milizia, nel solco della tradizione svizzera, e ha rifiutato la creazione di una casta di amministratori super pagati all’italiana”. I nuovi bellinzonesi “si aspettavano un programma di legislatura, un progetto sul futuro della nuova città, ma il primo atto politico ha estremamente deluso. Pensare prima ai propri stipendi che allo sviluppo della città non rende onore al compito confidato dalla popolazione”. Onorari e rimborsi, ricordiamo, erano uno dei 127 articoli costituenti il nuovo Regolamento comunale, il primo elaborato dall’Esecutivo e sottoposto al Legislativo. Uno strumento che per legge deve fissare anche la ‘paga’ per municipali e consiglieri. Ora “dopo questo cartellino giallo ci attendiamo un deciso cambio di rotta. Prima i fatti e poi i denari”. Secondo Tuto Rossi, consigliere comunale Udc che in settembre ha difeso l’emendamento bocciato, «il Municipio ha pagato per la propria arroganza. I bellinzonesi hanno detto che non vogliono firmare un assegno in bianco a municipali che sostengono di lavorare tanto senza dimostrarlo». Adesso «speriamo che non si dimostrino cattivi perdenti e ci convochino per discutere dei nuovi onorari».