È ufficiale: nell’hockey delle donne c’è un’unica Corea
Applausi sì, ma pure dei dubbi. La Svizzera: ‘Accettiamo la decisione’.
Mancava solo l’ufficialità, è arrivata sabato a Losanna, nel meeting tra le delegazioni di Pyongyang e Seul alla sede del Cio. Per la prima volta nella storia, Corea del Nord e del Sud si presentano al via di una competizione internazionale con un’unica squadra. Accadrà nell’hockey femminile ai Giochi di Pyeongchang, che scattano fra 18 giorni. «Pyeonchang, si spera, aprirà le porte a un futuro più luminoso per la penisola coreana – dice Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale –. Lo spirito olimpico è fatto di rispetto, dialogo, comprensione: questa scelta invita il mondo a una celebrazione della speranza» ha aggiunto, ringraziando i due governi per le loro scelte. «I Giochi ci mostrano il mondo così come tutti vorremmo che fosse». Il Cio ha pure deciso che saranno 22 gli atleti nordcoreani in lizza ai Giochi: oltre alle ragazze inserite nella Nazionale coreana dell’hockey al femminile, ci sono alcuni specialisti di short track, sci alpino e sci di fondo. Lo storico accordo vodese segue di pochi giorni il summit di mercoledì scorso a Panmunjom, tra le delegazioni di Nord e Sud che aveva fatto da apripista alla ratifica, configurando una grande svolta nei rapporti bilaterali tra i due Paesi dopo anni di tensioni ai limiti dello scontro militare. Tuttavia, l’aggiunta di giocatrici nordcoreane alla selezione hockeistica femminile del Sud pone un problema di principio: infatti il contingente affidato all’americana Sarah Murray eccederà il numero 23 posti che abitualmente compone le squadre. Facendo sì che quella coreana, di fatto, sia l’unica a poter disporre di giocatrici di riserva. La Federhockey svizzera, le cui ragazze terranno a battesimo le coreane sabato 10 febbraio, smorza però la polemica. «A livello politico, la volontà del Cio è particolarmente incoraggiante – si legge in un comunicato –. Pertanto, Swiss ice hockey accetta tale decisione».