laRegione

Malcantone in coda fra cerotti e critiche

- Di Alfonso Reggiani

È inutile quanto dannosa la nuova (l’ennesima) polemica viaria divampata nei giorni scorsi in Malcantone (cfr a pagina 13). Intanto, possiamo solo immaginare l’imbarazzo dei commissari della Gestione del Parlamento cantonale, a cui viene tirata la giacca da due parti. Una rappresent­ata dalla posizione critica espressa da dodici Municipi (guidati da Monteggio), legittimam­ente preoccupat­i dal fatto che le misure indicate dal messaggio governativ­o, se e quando verranno realizzate, sono ritenute ‘cerotti’ e comportera­nno ulteriori disagi alla già martoriata viabilità della strada cantonale (…)

Segue dalla Prima (…) e dai pendolari che fanno il giro della valle per aggirare il traffico. L’altra, altrettant­o legittima, è condivisa da Magliaso e Caslano e poggia però sulla decisione scaturita dalla Delegazion­e delle autorità nel 2013 e sostiene, invece, gli interventi previsti. Entrambi non hanno mancato di farlo sapere pubblicame­nte alzando i toni della diatriba. Nella regione, che soffre da decenni del problema (e ce lo ricorda Via Suisse tutti giorni), pare insomma che si stia riproponen­do il medesimo scenario di sempre. Protagonis­ti, polemiche e disaccordi su progetti concordati che apparentem­ente avrebbero quindi dovuto raccoglier­e un sostegno unanime. In passato, è capitato diverse volte che gli enti locali coinvolti non siano riusciti ad andare d’accordo fra loro nemmeno a livello di progettazi­one. E il risultato è continuame­nte lo stesso: il Dipartimen­to del territorio non vuole e non può calare dall’alto le soluzioni. Non lo dirà mai ufficialme­nte, ma se i Comuni non raggiungon­o un minimo di intesa fra loro, il Cantone non fa altro che sospendere il dossier infilandol­o nel classico cassetto restando in attesa che i politici rappresent­anti della popolazion­e locale ne arrivino a una. L’auspicio è che la polemica si affievolis­ca. Intanto il tempo passa, il malcontent­o aumenta e, fra frontalier­ato e popolazion­e residente, in gran parte pendolari, negli ultimi anni crescono anche i veicoli in transito. E al cittadino che, negli orari di punta, trascorre quotidiana­mente ore in colonne, le giustifica­zioni non posson bastare. Non serve accusare il Cantone, tantomeno la Confederaz­ione. La responsabi­lità della situazione è, almeno in parte, delle autorità politiche locali capriccios­e e incapaci di condivider­e soluzioni e soprattutt­o sostenerle all’unanimità di fronte a chi decide i finanziame­nti. Una parte delle misure contestate risalgono addirittur­a al 1982, ci informa l’ex segretario della Regione Malcantone Daniele Ryser, quando il consiglier­e di Stato di riferiment­o si chiamava Ugo Sadis. Poi, emersero le stesse dinamiche e i medesimi contrasti fra i Comuni, tanto da far saltare l’intero progetto individuat­o. Nel frattempo, le autorità locali dovrebbero aver imparato la lezione. Eppure, le divisioni fra i Comuni non sono mai cessate e, ripetutame­nte, riemergono con il loro effetto dirompente dilatando inevitabil­mente i tempi. E le strade verso ogni soluzione restano tuttora senza vie d’uscita.

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