Pre-tirocinio, 150 posti in logistica, agricoltura, ristorazione, meccanica, sanità
Il Consiglio federale ha stanziato 54 milioni di franchi per consentire ogni anno a mille persone di svolgere un pretirocinio d’integrazione. Lo scopo del programma pilota, che inizierà dall’autunno 2018 e durerà 4 anni, è velocizzare l’integrazione dei rifugiati riconosciuti e chi è ammesso provvisoriamente. «In Ticino prevediamo 150 posti di pretirocinio nei quattro anni, saranno finanziati dalla Confederazione su base forfettaria per il solo periodo di preparazione all’apprendistato», spiega Furio Bednarz, responsabile dell’Ufficio formazione continua e innovazione. Berna prevede un forfait di 13mila franchi a partecipante. «Lo scopo è permettere ai beneficiari di integrarsi e rendersi finanziariamente autonomi grazie a una qualifica di base».
Meccanica di produzione, una prima
Mentre Zurigo punta sull’edilizia e Friborgo sull’agricoltura, il Ticino prova più strade: ristorazione, settore ausiliario ospedaliero, logistica, agricoltura e meccanica di produzione. «Abbiamo scelto 5 settori per rispondere ad attitudini diverse e non gravare su un solo ambito», precisa. Il funzionario del Decs spiega che nel programma nazionale saranno inseriti anche i due progetti iniziati nel 2016 (‘Ristor’apprendo’ di Sos Ticino e IntegraTi della Clinica Luganese). Per gli altri ambiti si inizierà nell’anno scolastico 2018-2019 coinvolgendo le organizzazioni del mondo del lavoro e le scuole professionali. «Nella logistica il partner è l’associazione di categoria Asfl. Poi c’è una prima nazionale con la meccanica di produzione (assemblaggi, piccole lavorazioni meccaniche) grazie ad AM Suisse e Login, l’azienda che forma anche gli apprendisti delle ferrovie. Infine, puntiamo sul settore agricolo con il Centro Professionale del Verde di Mezzana e l’Unione contadini. Tutti settori che offrono sbocchi professionali e dove vi é una certa difficoltà a trovare apprendisti locali», aggiunge. Chi sarà selezionato lavorerà in azienda e farà formazione in alternanza. Servirà una grande flessibilità, perché in Ticino c’è una concentrazione di rifugiati con un livello di istruzione molto basso. L’obiettivo è inserirli nel mercato.
Una chance in più per trovare lavoro
Ci chiediamo se è fattibile, visto che tanti giovani, cresciuti qui, sono in assistenza. Risponde Bednarz: «Questi numeri sono accessibili e sostenibili. Lavoreremo in modo sistematico per aiutarli ad acquisire una formazione e inserirsi nel mondo del lavoro. Oltre il 50% di chi oggi è a carico dell’aiuto sociale non ha una qualifica. Averla dà una chance in più».