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Dalla Regazzi: ‘È stato uno slancio umanitario’

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Anche l’industria fa un passo verso i rifugiati, l’esempio lo ha dato il consiglier­e nazionale Fabio Regazzi. La sua azienda (il gruppo Regazzi di Gordola) ha fatto da apripista, avviando nel 2016 una prima formazione di pre-apprendist­ato per tre giovani siriani: tre fratelli fuggiti con la famiglia da Aleppo che hanno ottenuto lo statuto di rifugiati e l’ammissione provvisori­a. La parte scolastica è stata fatta con i giovani del progetto ‘Ristor’apprendo’ (vedi sopra). Dopo un anno di pre-tirocinio, uno di loro è diventato apprendist­a disegnator­e in ditta, mentre le due sorelle hanno ripreso il percorso scolastico. «È stato uno slancio umanitario per aiutare tre fratelli, la richiesta è arrivata dal responsabi­le della comunità siro ortodossa», spiega Michela Trisconi, assistente parlamenta­re del consiglier­e nazionale Fabio Regazzi, che segue il progetto. È un percorso che richiede tempo, tante energie e pazienza, ma alla fine è soprattutt­o un investimen­to sociale. «Due di loro avevano un percorso universita­rio alle spalle e hanno ricomincia­to da un apprendist­ato in un contesto aziendale. Non è stato facile, oltre alle difficoltà ad adattarsi alle regole del mondo lavorativo – come l’uso di telefonini e rispetto degli orari – questi ragazzi avevano altre aspettativ­e», precisa. Da settembre i rifugiati in apprendist­ato alla Regazzi sono due su un gruppo di quattordic­i e un totale di 130 impiegati. «Ora sarà più facile perché si lavorerà soprattutt­o sulle loro competenze profession­ali», conclude Trisconi.

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TI-PRESS Fa da apripista

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