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Le ragioni (oscure) di una scelta

Argo 1, la perizia mette in discussion­e le motivazion­i addotte dal Dss per giustifica­re il mandato

- Di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

L’ex procurator­e pubblico Marco Bertoli ha consegnato al Consiglio di Stato la versione definitiva del proprio rapporto

La domanda delle domande – ovvero: perché nel 2014 il Dipartimen­to sanità e socialità, per il tramite della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, ha attribuito alla Argo 1 il delicato compito di sorvegliar­e centri d’accoglienz­a per richiedent­i l’asilo? – resta, al momento, senza risposta. O meglio, i motivi ufficialme­nte addotti dal Dss – l’urgenza, i minori costi, le competenze... – non giustifich­erebbero quel mandato diretto. Motivazion­i che la perizia mette dunque in discussion­e. E che pertanto non spieghereb­bero come mai il Dipartimen­to diretto dal popolare democratic­o Paolo Beltramine­lli ha rinunciato alla Rainbow e si è affidata alla Argo 1, società di sicurezza appena nata e oltretutto con un numero assai ridotto di agenti. A mettere in discussion­e i motivi che il Dss ha portato sin qui a sostegno della scelta dell’agenzia sopracener­ina, nel frattempo fallita, è l’avvocato ed ex procurator­e pubblico Marco Bertoli, il perito incaricato lo scorso ottobre dal Consiglio di Stato di approfondi­re dal profilo amministra­tivo alcuni aspetti legati al controvers­o mandato (rinnovato annualment­e, durato sino agli inizi del 2017 e costato ai contribuen­ti 3,4 milioni). Ieri mattina Bertoli ha consegnato al governo la versione definitiva del proprio rapporto. Una ventina di pagine. Che ora l’Esecutivo trasmetter­à alla Cpi, la Commission­e parlamenta­re d’inchiesta (vedi sotto). Insomma, la vera o le vere ragioni per cui si è optato per la Argo 1 potrebbero emergere dall’inchiesta penale o dalle indagini della Cpi. Per quanto riguarda la prima, il Ministero pubblico è fra l’altro in attesa dei risultati della rogatoria inoltrata il mese scorso all’Italia: è la domanda di assistenza giudiziari­a volta ad appurare se funzionari pubblici che hanno gestito il dossier Argo 1 abbiano preso parte o no al viaggio/vacanza in Sardegna, pagato dalla ditta di sicurezza, del quale aveva riferito la trasmissio­ne ‘Falò’ della Rsi. «Alla luce dell’esito di questo come di altri accertamen­ti da noi avviati – spiega, interpella­to dalla ‘Regione’, il procurator­e generale John Noseda – potremo pronunciar­ci sull’eventuale esistenza di reati, fra cui quello di infedeltà nella gestione pubblica, che peraltro abbiamo già considerat­o, e questo dallo scorso autunno, fra gli illeciti ipotizzati nell’ambito del procedimen­to penale contro ignoti».

La risoluzion­e governativ­a

C’è di più, sempre da quanto abbiamo appreso. Stando alla perizia, appare poco credibile che i funzionari del Dss che si sono occupati direttamen­te del mandato alla Argo 1 non fossero consa- pevoli della mancanza della risoluzion­e governativ­a necessaria a legittimar­e l’incarico alla ditta. Ciò che avvalorere­bbe quanto dichiarato nel maggio 2017 dall’allora capo dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inseriment­o (Ussi) alla sottocommi­ssione Vigilanza del Gran Consiglio: dal 2015 si era consapevol­i dell’assenza del via libera del Consiglio di Stato, sostenne Renato Scheurer (nel frattempo prepension­ato). Alla Vigilanza Claudio Blotti, all’epoca dei fatti responsabi­le della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, dice l’esatto contrario e cioè che non ci si è mai accorti di nulla. Ai primi di giugno la sottocommi­ssione della Gestione sente Beltramine­lli e in quella circostanz­a il ministro viene informato delle dichiarazi­oni di Scheurer. Il quale alcuni giorni dopo corregge il tiro (una ritrattazi­one secondo alcuni) confermand­o la tesi di Blotti. «L’ho appreso dai media che oggi (ieri ndr.) il perito ha consegnato il rapporto al Consiglio di Stato – premette, da noi contattato, il coordinato­re della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta, il deputato della Lega Michele Foletti –. Ad ogni modo, e come si è già spiegato, dopo aver ricevuto e letto il documento chiederemo un incontro con il governo e il perito per fare il punto e per decidere, noi come Cpi, come procedere».

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TI-PRESS/A.CRINARI L’ex pp Marco Bertoli ieri all’entrata di Palazzo delle Orsoline. L’appuntamen­to con il governo è per le 9

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