Lula fatto fuori in tribunale
San Paolo – Lula può dire addio alle presidenziali. L’ex presidente brasiliano è stato condannato ieri a dodici anni e un mese dalla Corte di appello di Porto Alegre per corruzione e riciclaggio. Una sentenza che gli impedirà di candidarsi alle elezioni di ottobre, nelle quali era favorito per un terzo mandato, in base alla legge d’iniziativa popolare “Ficha limpia” (Fedina pulita) che rende ineleggibili i condannati da Corti collegiali. Luiz Inacio Lula da Silva, 72 anni, ha reagito attaccando il tribunale. «È una sentenza politica», ha detto l’ex capo di Stato nel corso di una manifestazione in suo sostegno nel centro di San Paolo. L’inchiesta costata a Lula la condanna riguarda la proprietà di un attico a Guaruja, una delle migliori località sul litorale paulista. L’immobile, secondo l’accusa, gli era stato donato dal colosso delle costruzioni Oas, in cambio di importanti commesse con la compagnia petrolifera statale Petrobras. L’ha incastrato la confessione dell’ex presidente della Oas Leo Pinheiro, raccolta in carcere in cambio di un sensibile sconto di pena. Ieri, il giudice d’Appello João Pedro Gebran Neto ha aumentato la pena di primo grado affermando che “gli elementi di colpevolezza sono estremamente alti. Si tratta di un ex presidente e di uno schema di corruzione andato avanti per anni”. La condanna di Lula arriva in un momento molto delicato per il Brasile. Il presidente Michel Temer, subentrato a Dilma Rousseff dopo l’impeachment dell’agosto del 2016, è in gravi difficoltà sia per la sua bassissima popolarità che per il coinvolgimento in inchieste giudiziarie. La crisi del governo Temer e le inchieste giudiziarie avevano contribuito a rilanciare Lula, ancora molto amato in Brasile, come il candidato favorito per le presidenziali. Da ieri non più.