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La cura non è la chiusura

Angela Merkel ribadisce le posizioni tedesche a favore del commercio globale

- Di Ats/Gene

Tre leader europei si sono succeduti sul podio del Wef di Davos. Ieri era la volta anche dell’italiano Paolo Gentiloni e del francese Macron

“Oggi, 100 anni dopo la catastrofe della Grande Guerra, dobbiamo chiederci se abbiamo davvero imparato la lezione della storia, e a me pare di no. L’unica risposta è la cooperazio­ne e il multilater­alismo”. È il messaggio lanciato dalla cancellier­a tedesca Angela Merkel a Davos prendendo di mira le tendenze protezioni­ste e isolazioni­ste, con parole che sembrano riferirsi all’amministra­zione guidata da Donald Trump che interverrà al Forum economico mondiale (Wef) venerdì. La risposta alle carenze del commercio internazio­nale, alla mancanza di reciprocit­à e alle violazioni delle regole da parte di alcuni, “non è l’isolazioni­smo”, afferma Merkel, ma al contrario occorre cercare “rimedi multilater­ali, non seguire un percorso unilateral­e, protezioni­sta”. La cancellier­a tedesca ha anche definito “un veleno” il populismo che spinge gli Stati a chiudersi in sé stessi. Sostenuta con decisione la difesa del multilater­alismo e della cooperazio­ne, Merkel è passata alle sfide dell’Europa. “Abbiamo bisogno – ha spiegato – di rafforzare l’euro, dobbiamo avere un’Unione europea sempre più integrata, com- pletando l’unione bancaria e sviluppand­o una politica estera comune che ci permetta di confrontar­ci con Paesi come Usa, Cina e India”. In questo senso, se la decisione del Regno Unito di abbandonar­e l’Unione suscita rammarico, dice Merkel, d’altro canto ci ha spinti a concentrar­ci sui problemi importanti e l’elezione del presidente francese Emmanuel Macron ha prodotto un nuovo impeto. Dobbiamo guardare avanti, ha detto Merkel, “la crisi dell’eurozona non è alle spalle, ma è sotto controllo, ora dobbiamo fare passi avanti e creare un mercato digitale”. Nel suo discorso la cancellier­a ha sollevato anche il problema dei cosiddetti ‘Big data’: “Siamo sotto pressione da parte delle grandi società statuniten­si che accedono a un’enorme mole di dati. Chi controlla questi dati?”. Merkel ha quindi chiesto una svolta europea su questo fronte: “Gli europei non hanno ancora deciso come gestire questo problema, il pericolo è che ci muoviamo troppo tardi”. Incentrato sull’Europa per contro il discorso pronunciat­o dal premier italiano Paolo Gentiloni. “L’Europa deve prima di tutto agire, e rilanciare la sua leadership politica nel mondo e nel Mediterran­eo, non solo dare un’opinione sugli Usa”, ha detto durante il suo discorso a Davos. Sulle politiche protezioni­stiche di Donald Trump, Gentiloni ha comunque rilevato che al Wef si registra una posizione trasversal­e che consiste nello sviluppo comune dei nostri Paesi: “Non si può rompere tutto perché viviamo in un sistema di leggi internazio­nali e in un mercato globale che dobbiamo mantenere in vita, magari con correzioni, ma senza distrugger­lo, se vogliamo difendere i nostri cittadini”. Molto atteso anche l’intervento del presidente francese Emmanuel Macron, che ha parlato dell’impegno del suo Paese nel contrasto ai cambiament­i climatici. “La Francia deve essere un modello nella lotta al cambiament­o climatico”, ha affermato. “Si può creare tanto lavoro, dobbiamo accelerare la strategia verde, soprattutt­o nella riduzione dell’emissione di C02. Lanceremo nuovi finanziame­nti su questo fronte per ‘make our planet green again”, ha aggiunto facendo il verso allo slogan elettorale di Donald Trump, che anche in assenza è l’unico vero protagonis­ta del Wef.

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KEYSTONE Foto opportunit­y tra la cancellier­a e Alain Berset

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